Raggi accusa Zingaretti: la sindaca fuori controllo
Incubo immondizia senza fine a Roma. Dopo l'ordinanza firmata dalla Regione Lazio, è la sindaca Virginia Raggi ad accusare Nicola Zingaretti, mentre è allarme per i cassonetti a fuoco. «La direttiva politica del segretario Pd e presidente della Regione Lazio si è rivelata inapplicabile. I rifiuti a Roma sono ancora a terra. Il bluff è svelato», attacca sui social la prima cittadina pentastellata. Il governatore del Lazio ha firmato un documento che prevede il trattamento della spazzatura negli impianti regionali, chiedendo all'Ama di fare la sua parte e provvedendo alla pulizia, in 48 ore, di tutti i siti sensibili come ospedali, scuole, mercati e ristoranti, e alla raccolta dei rifiuti nel restante territorio cittadino entro 7 giorni a decorrere dalla notifica dell'ordinanza. Proprio la municipale per i rifiuti, però, non ci sta e in una nota descrive una situazione davvero al limite. «Ama è pronta a dare totale attuazione a quanto disposto dall'ordinanza sui rifiuti per Roma, dunque in pochi giorni potremmo superare le criticità che permangono, ma nessuno degli operatori che devono accogliere i rifiuti di Roma ha, al momento, risposto in esecuzione a quanto in teoria ordinato dal dispositivo regionale», spiega la presidente di Luisa Melara. L'unica eccezione sembra Rida, dal quale tra l'altro è atteso il maggiore contributo per capienza accertata contrattualmente. Il monito è lanciato: se il quadro non muterà «drasticamente», tutti gli sforzi in termini di risorse, uomini e mezzi che Ama metterà in campo saranno «inutili», perché l'azienda non ha gli sbocchi sufficienti per allocare i rifiuti in impianti di trattamento. E a confermare la situazione limite ci pensa proprio una "scatenata" Raggi, che in un video denuncia in prima persona il problema: «È sabato pomeriggio, nonostante l'ordinanza di Zingaretti, gli impianti hanno i cancelli chiusi e i camion non possono scaricare i rifiuti che Ama raccoglie ogni giorno». "Dispiace dover denunciare una bufala inventata di sana pianta dalla sindaca Raggi" fa sapere l'assessore regionale al Ciclo dei rifiuti Massimiliano Valeriani. "L'impianto di cui lamenta la chiusura non è infatti contenuto nell'ordinanza regionale, per questo il mezzo Ama ha trovato chiuso. Si vergogni, sia per la malafede sia per l'incapacità. Come ho già spiegato - conclude l'assessore al Ciclo dei rifiuti della Regione Lazio - gli impianti previsti dall'ordinanza stanno notificando tutti la propria disponibilità ad accogliere e trattare i rifiuti della capitale". Di fatto però i rifiuti restano ancora per le strade della Capitale con la canicola estiva e tra venerdì e sabato oltre dieci cassonetti (due in zona Gianicolense) sono stati dati alle fiamme. E sembra difficile che la situazione si possa risolvere con l'individuazione di un terreno comunale in zona Saxa Rubra per il trasbordo di 300 tonnellate di rifiuti al giorno. In attesa della prossima puntata dello scontro Campidoglio-Pisana, qualcosa potrebbe sbloccarsi nell'incontro di martedì 9 luglio con il ministro dell'Ambiente Sergio Costa. Fu proprio lui a lanciare l'allarme mercoledì scorso, spiegando che per Roma «Non si può sempre inseguire emergenze, serve piano». All'ombra del Cupolone sembra più facile a dirsi che a farsi.