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Romeno aguzzino. Sgominato racket di prostitute sulla Salaria
Costrette non solo a prostituirsi ma anche a consegnare al loro aguzzino 100 euro a settimana (importo per vedersi assegnata una "postazione" di lavoro sulla Salaria) e il 50% dei loro ricavi giornalieri. Un vero e proprio "business a luci rosse" quello scoperto dagli agenti della sezione di Polizia Giudiziaria della Polizia Locale che hanno arrestato – eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip Alessandro Boffi su richiesta del Pm Pierluigi Cipolla - un trentacinquenne romeno. A "gestire" questo proficuo racket di prostituzione non era solo l’uomo che, se le povere vittime – tutte ragazze dell’est Europa – si rifiutavano di pagargli il "pizzo" picchiava e minacciava costantemente di morte (anche le loro famiglie), ma anche altri soggetti che avevano ridotto a tutti gli effetti queste donne a "schiave del sesso". Insieme "reclutavano" le ragazze e se facevano resistenza le picchiavano violentemente fino a farle desistere. Violenza, minacce e sfruttamento della prostituzione sono i capi d’accusa a carico del romeno arrestato. Al momento le indagini proseguono per cercare di risalire a chi, di preciso, "collaborava" con l’aguzzino. L’intensa attività di indagine - durata due anni - ha permesso agli agenti di rintracciare il trentacinquenne che è stato arrestato nel suo appartamento a Monterotondo e poi trasferito al carcere di Regina Coeli. Ma nella Capitale non è certo una novità, anzi ormai la prostituzione "su strada" è diventata la norma per i cittadini romani che in più zone di Roma si ritrovano a fare quasi lo slalom fra queste donne che, il più delle volte, sono costrette da aguzzini a prostituirsi o per cercare di inviare del denaro all’estero per sostenere famiglie o figli piccoli. Sulla Colombo, Tiburtina, Appia, Ardeatina, Aurelia, Ostiense e Tor Bella Monaca "stazionano" più che altro ragazze di nazionalità romena mentre sulla via Prenestina, Tiberina, Collatino, Eur e Aurelia fino ad Ostia è più probabile ritrovarsi davanti giovani donne di origine nigeriana e ghanese. Tutte purtroppo fanno parte di un giro d’affari dove gli unici a guadagnarne sono i loro aguzzini.