Quartiere dei miracoli
Via Schopenhauer, nelle case popolari spunta la Madonnina miracolosa
Guarigioni lampo a Casal de' Pazzi, gli inquilini pregano in cortile. Una Madonnina che fa miracoli nelle case popolari che cadono a pezzi. Guaine logorate, infiltrazioni, muffa e caduta pietre. Dovevamo documentare il degrado nel complesso dell'Ater di Casal de' Pazzi, periferia Nordest tra via Tiburtina e la Nomentana. Ma nel comprensorio di via Schopenhauer, 7 palazzoni grigi e gialli di otto piani con 240 famiglie, abbiamo trovato anche quello che non ti aspetti: nel cortile c'è una statua della Vergine Maria ritenuta prodigiosa. «Due signore ammalate di cancro hanno chiesto la grazia e sono guarite» racconta Samantha Marcelli, 40 anni, che fa la body guard. Poi una serie di guarigioni lampo. Ed è stato subito culto. Nel mese di maggio la Madonnina di via Schopenhauer colleziona 31 giorni di fila di rosari recitati nel cortile del condominio, traslocati per il freddo che ha fatto quest' anno di casa in casa. E venerdì il parroco di San Gelasio, don Domenico Romeo, dirà la messa all'aperto. IL PRIMO MIRACOLO «Ho pregato la Madonna e mi ha guarita. Avevo come un alveare nella pancia, una massa, ed è sparita» sintetizza la storia, finora mai uscita dai confini del quartiere, Rita Caruso, oggi 72 anni, madre, moglie e nonna. È lei che ha portato la statua della Vergine da Lourdes 20 anni fa. Lei che ha fatto costruire la grotta. «La Madonna ha scelto tutto per me, anche il luogo dove doveva essere messa, io sono stata come guidata. Il muratore Olindo, che è ancora vivo, la voleva fare più su, ma io gli ho detto: "No Olindo, me la devi mettere qua dove sta il bastone". L' avevo infilato per terra e gli ho detto: "Questo è il punto dove lavori". E così stato». PARLA IL SACERDOTE «Quella grotta circondata dal roseto è un luogo di riferimento per gli abitanti del quartiere. È la nostra fede che ci fa vedere i tanti segni prodigiosi nella nostra vita» conferma l' ex parroco don Giuseppe Raciti, richiamato a Catania dalla famiglia ecclesiale "Missione Chiesa Mondo". Don Giuseppe, insieme a don Angelo, sono stati i primi testimoni di questa venerazione. Se venerdì, quando l'attuale parroco di San Gelasio dirà la messa, ci sarà anche la famiglia rom, assegnataria di un alloggio, arrivata a via Schopenhauer a inizio mese, nei giorni in cui nella vicina Casal Bruciato infuriava la protesta, questo don Giuseppe non lo sa «ma - dice - sarebbe un bel segno di integrazione». VENERDì LA MESSA Alla messa di venerdì prossimo davanti alla grottina miracolosa ci sarà anche Igor, meccanico di 30 anni e 4 figli che una casa ancora non ce l' ha, e a dicembre ha occupata l'alloggio di un anziano finito in istituto con l' alzheimer, accanto a dove vivono ora i rom: «Sì, ho occupato - conferma - ma che dovevo fare? Ho una bambina di 10 mesi, un' altra è della mia compagna, e ho altri due bambini con la mia ex». Alla messa in cortile ci sarà anche Claudio Nati, 68 anni, inquilino dell'ultimo piano della scala E, sempre alle prese con le infiltrazioni dal tetto. Monica, 35 anni, invece, pregherà per farsi assegnare una casa. «Oggi - dice - dormo in una cucina ricavata in un piccolo magazzino per lasciare la stanza a mio figlio che ha problemi». Cristina Pizzuti, 33 anni, indossa la maglietta «Zero folle» dei fan di Renato. «Una casa ce l'ho ma non più la cantina. Nell' ultimo raid mi hanno rubato 12 bottiglie d'olio e 5 di passata. Ma per rifare porta e serratura mi servono 500 euro». LE CASE A PEZZI Servono miracoli anche contro il degrado. «Questi palazzi si sgretolano, cadono sassi - dice Anna Gresta, un figlio, Moreno, che monta scenografie - e l'Ater dice che non ci sono soldi per la manutenzione». «Nella scala E le guaine sul tetto fanno acqua. Il silicone sulle facciate dei palazzi si è staccato e penetra la pioggia - fa l' elenco Samantha, la body guard -. In casa c'è muffa ovunque. E l'acqua arriva fino in cantina». È così che è morto Giovanni Collecchia, 80 anni. «Era sceso in ciabatte ed è scivolato sulla melma» lo ricorda la signora Gresta. La lista non è finita. «I marciapiedi sono scassati. Un percorso accidentato per le carrozzelle degli invalidi. E la signora Bufalino si è spaccata il naso cadendo sugli scalini rotti". Degradata anche la rampa disabili della scala E». C' anche un palazzo che «trema, il mio» dice Antonello Maggio, 37 anni, sposato con Alisia. Proteste anche per i bidoncini della differenziata. «Sempre zeppi, e puzzano, non dovrebbero stare qua dentro, e quando le caditoie si otturano il cortile si allaga». Per fortuna ci sono i volontari. «Sono i nostri angeli - dice Eleonora Durso, impiegata Fs, 56 anni - hanno già falciato l'erba alta due metri e tolto gli arbusti che dal parco di Aguzzano hanno invaso il marciapiede, il primo miracolo per la nostra strada l'abbiamo avuto».