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Spari in piazza e al cinema. Ostia come il Far West
Spari in aria nella piazza, una pistola puntata al petto che si inceppa nel momento di far fuoco, inseguimenti di giovani che fanno irruzione armati dentro una sala cinematografica frequentata da bambini, gente che assiste dalle finestre ma fa finta di non aver visto nulla. C’è tutto questo nell’indagine della Squadra Mobile, coordinata dal procuratore vicario Michele Prestipino e dal sostituto procuratore Mario Palazzi, con la quale sono stati «decapitati» due nuovi gruppi criminali che stanno pian piano occupando gli spazi «del mercato illecito» lasciati liberi da clan storici del litorale, come gli Spada e i Fasciani, fortemente indeboliti da arresti e condanne per mafia. Da una parte ci sono i Costagliola, conosciuti come i «napoletani di Acilia» (Carmine, fratello del capo famiglia Gerardo, è stato vicino alla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo). Dall’altra parte ci sono i Sanguedolce, legati da vincoli di parentela col noto pregiudicato di Ostia, Marco Esposito detto «Barboncino». Le due famiglie - di più basso lignaggio criminale - si stavano fronteggiando per il controllo del territorio, in particolare nel settore dello spaccio di stupefacenti. Ieri gli agenti, al comando del capo della Mobile Luigi Silipo e del dirigente dell’Anticrimine Maurilio Grasso, hanno condotto in carcere sei persone accusate (a vario titolo) di tentato omicidio, sequestro di persona, porto abusivo di armi da sparo, esplosione di colpi di arma da fuoco in luogo pubblico e lesioni personali aggravate. La pericolosità di questi due gruppi emerge dal fatto che non si fanno alcuna remora ad agire in pubblico, anzi, così facendo affermano il proprio potere sul territorio. A far scattare le indagini che hanno portato all’operazione «La via del mare» sono state tre spedizioni punitive verificatisi tra giugno e settembre dell’anno scorso davanti al bar «Grease» a Dragoncello (di proprietà di Daniele Cossiga, arrestato lo scorso ottobre con 600 chili di hashish e nel multisala «Cineland» di Ostia. «I due gruppi, facenti capo alle famiglie dei Costagliola e dei Sanguedolce - si legge nell’ordinanza di arresto del gip Roberto Saulino - almeno a partire dal 7 giugno 2018 si sono affrontati in modo palese in luoghi pubblici, con lo sfrontato utilizzo di anni da fuoco, senza che tali violenti contrasti abbiano prodotto adeguate reazioni nel contesto sociale di riferimento, né, tanto meno, abbiano sortito effetti o manifestazioni di aperta dissociazione». «Ciò - spiega il giudice - a dimostrazione della condizione di diffusa omertà radicata in quel territorio, conseguenza del prestigio delinquenziale, del livello di pericolosità e della autorevolezza che gli esponenti di tali consessi criminali hanno progressivamente acquisito nell’ambiente in cui disinvoltamente operano». Soltanto la denuncia di una carabiniere che abita in quella zona e che ha assistito alla scena, unita a intercettazioni e immagini captate dagli inquirenti, ha permesso di ricostruire la dinamica di questi raid punitivi, che solo per un caso fortuito non si sono conclusi nel sangue. «Da 5 anni abbiamo in corso attività investigative ad Ostia. La tempestività dell’azione della Procura - ha precisato Prestipino - è frutto di questa presenza delle forze dell’ordine sul territorio».