emergenza collatina
Incendio nella discarica, fiamme spente. Ora il pericolo sono i fumi tossici
Roma brucia, da Nord a Sud, da Est a Ovest. Da mesi bruciano i cassonetti, bruciano gli impianti di trattamento dei rifiuti di proprietà di Ama. E, ora, bruciano anche le discariche abusive. La sindaca Virginia Raggi grida al complotto, le opposizioni all’incapacità della sindaca. Intanto, i cittadini respirano veleni. Nella notte tra il 25 e il 26 aprile, le fiamme in una discarica non autorizzata sulla Collatina, all’altezza di viale Palmiro Togliatti, hanno tenuto svegli i vigili del fuoco della città che, dopo una notte di lavoro, hanno fatto sapere che la bonifica del territorio sarà lunga. Era sotto sequestro dal 2 febbraio e i rifiuti - molti dei quali tossici - non erano mai stati rimossi. Le cause del rogo non sono chiare. «Ciò che è chiaro, invece, è che ancora una volta il Comune di Roma ha fallito», tuona Martina Donini, presidente dell’Unione per la Difesa dei Consumatori. Attendendo la reazione della sindaca annuncia un esposto in Procura, «perché ora la pazienza è finita e i cittadini non possono continuare a essere lasciati in balìa di istituzioni sorde». La prima cittadina non incassa le accuse. Anzi, interpreta l’incendio come un segnale del fatto che Roma Capitale sia «sotto attacco di una criminalità che continua ad agire contro i cittadini». Ricorda di aver stanziato le risorse e avviato perizie e sopralluoghi per una bonifica che, ironia della sorte, era «così complessa che Ama aveva previsto di iniziare tra qualche giorno». Ricorda l’incendio all’impianto di trattamento dei rifiuti Tmb di Rocca Cencia, preceduto da quello del Tmb Salario, i 600 cassonetti bruciati in 2 anni, le gare indette da Ama andate deserte, gli incendi nell’isola ecologica di Acilia, i furti nelle sedi della municipalizzata. Sarà la magistratura a determinare i motivi dell’ incendio: «Ma è certo che noi ai fenomeni di autocombustione non possiamo credere e che chiunque abbia commesso un simile gesto dovrà essere punito duramente». Il M5s è «davvero senza vergogna», punta il dito il dem Stefano Pedica. «Non sarebbe più onesto ammettere che Raggi è un disastro? Perché continuare ad arrampicarsi sugli specchi, quando la realtà è sotto gli occhi di tutti?», chiede, convinto che se c’è qualcuno che sta attaccando Roma è «solo la sindaca Raggi, che con la sua incompetenza sta portando la città alla rovina». Nessun attacco neanche per Annagrazia Calabria, deputata di Forza Italia: «Il rogo è figlio dell’arrendevolezza dell’amministrazione Raggi nella lotta al degrado. È inaccettabile, infatti, il deficit di prevenzione applicato a criticità note, mai tempestivamente affrontate».