Papa Francesco visita il "Villaggio Emanuele"
Il Pontefice nella struttura dedicata alla cura delle persone affette da morbo di Alzheimer
Alle ore 15.30 di questo pomeriggio, proseguendo l'impegno pastorale dei Venerdì della Misericordia, il Santo Padre Francesco - come reso noto da un comunicato stampa della Santa Sede - ha lasciato Casa Santa Marta per recarsi in visita al Villaggio Emanuele alla Bufalotta, nella periferia nord di Roma. Il Santo Padre è stato accompagnato - come di consueto in queste visite - da S.E. Mons. Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. Il Villaggio Emanuele sorge all'interno del Parco delle Sabine ed è una struttura dedicata alla cura delle persone affette da morbo di Alzheimer, organizzata come un vero e proprio Villaggio, che consente agli ospiti di vivere in condizioni di normalità, riproducendo tanti piccoli aspetti della vita quotidiana, necessari a chi vive questa difficile patologia per creare e mantenere un ponte di comunicazione con l'esterno, promuovendo la socializzazione e l'inclusione. Il Villaggio è intitolato al suo fondatore il Prof. Emmanuele F.M. Emanuele, Presidente onorario della Fondazione Roma, che con lungimiranza si è prodigato per ricercare una soluzione innovativa per l'assistenza residenziale alle persone colpite da Alzheimer. I residenti, insieme al Presidente onorario della Fondazione Roma, Prof. Emanuele, e all'attuale Presidente in carica, Franco Parasassi, hanno accompagnato il Papa nelle varie aree della struttura: alcuni ospiti hanno così ricevuto l'inaspettata visita ed hanno avuto modo di intrattenersi e di scambiare alcune parole con Papa Francesco che, prima di lasciare il Villaggio Emanuele, ha donato una pergamena con un pensiero scritto a mano e una tela raffigurante la Natività. Il Santo Padre, con questa visita, ha voluto rivolgere la Sua attenzione alle condizioni di esclusione e di solitudine che una malattia come il morbo di Alzheimer rischia di generare nelle persone lasciate spesso sole dalla società, creando nei familiari un forte disorientamento, disagio e sofferenza. Il progressivo aumento delle aspettative di vita richiama anche una maggiore consapevolezza e rispetto delle necessità e della dignità di chi vive su di sé questa malattia e di chi si trova accanto al malato.