A Torre Maura sale la tensione contro i rom
Sequestrato il pane ai volontari
Il Campidoglio lavora senza sosta da due giorni per trovare la quadratura del cerchio sulla vicenda Torre Maura, ma una soluzione per le oltre cinquanta persone chiuse nello stabile di Via dei Codirosso, in attesa di altra sistemazione, ancora non c'è. L'assessora alla Persona e Comunità solidale Laura Baldassarre prova a rassicurare: "Abbiamo un sistema di accoglienza diffusa nel territorio e stiamo lavorando con tutte le realtà in rete", ma i cinquanta rom in attesa di essere trasferiti temono che non si riesca a trovare soluzioni alternative per tutti: "Abbiamo saputo, da chi è nello stabile, che il Comune sta proponendo soluzioni solo per le donne e i figli minorenni - riferisce Carlo Stasolla, presidente dell'Associazione 21 luglio - mentre uomini e figli maggiorenni rischiano di finire in strada. Le famiglie sono molto allarmate perché non vogliono dividersi". Una ventina le persone già spostate dallo stabile mentre sono oltre cinquanta quelle ancora presenti, e in Via dei Codirosso continuano le proteste anti-rom: un gruppo di circa quaranta tra cittadini e militanti di estrema destra presidia la strada e controlla che tutto vada come assicurato dal Campidoglio, ovvero che lo stabile venga completamente svuotato entro martedì prossimo. La sindaca sui social ha voluto ringraziare Simone, il quindicenne immortalato in un video mentre prende la parola al presidio di Casapound per dire: "State a fa' leva sulla rabbia della gente del quartiere mio per i vostri interessi, per racimolare voti". Raggi ha commentato: "Ecco i veri cittadini di Torre Maura. I giovani sono il nostro futuro. A Roma non c'è spazio per gli estremismi di Casapound e Forza Nuova". Ma l'opposizione, Pd in testa, ha gioco facile nell'attaccare e chiedere le dimissioni della giunta e, che la situazione si stata gestita male dall'inizio, la prima cittadina lo sa bene, tanto da essere letteralmente infuriata con chi ha gestito la prima fase dei trasferimenti in modo "inqualificabile". Sulla questione interviene anche la Cei , per bocca del segretario generale monsignor Stefano Russo, invitando a "evitare la guerra tra poveri", mentre al Campidoglio restano cinque giorni per trovare una sistemazione alle cinquanta persone spaventate e costrette, in attesa dell'ennesimo trasferimento, in quella che speravano sarebbe stata, dopo anni di vita in baracche, finalmente casa.