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Quando la Virtus Italia Onlus "denunciava" le fughe dei minori

Le dichiarazioni del 2017: "Non possiamo trattenerli con la forza. Abbiamo anche costruito un muro". Oggi i 16 arresti

Mary Tagliazucchi
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Una maxi operazione avvenuta alle prime luci dell'alba di oggi - coordinata dalla Procura di Roma- ha portato in carcere il presidente dell'Associazione “Virtus Italia Onlus – Consorzio di solidarietà sociale” e il responsabile del centro di primissima accoglienza per minori accompagnati di via Maria di Francia, 6. Sono in tutto 22 le misure cautelari (16 arresti) firmate dal gip Francesco Patrone a seguito di una indagine della Polizia e della Municipale, che ha avuto inizio all'inizio del 2016, su episodi reiterati di abbandoni di minorenni, nella maggior parte dei casi sotto i quattordici anni, a volte anche sotto i dieci, secondo forme e modalità ben organizzate e pianificate. Stando a quanto emerso dall'inchiesta, i minori venivano aiutati ad allontanarsi dal personale della struttura anche in tarda notte, sottoponendoli a evidenti pericoli per la loro incolumità. Delle ‘permanenze lampo' dei minori all'interno della struttura di prima accoglienza – soprattutto delle baby borseggiatrici rom- si era domandato – in tempi ancora non sospetti - anche Il Tempo tanto da interpellare direttamente (settembre 2017) il presidente della Virtus Italia, Enrico Sanchi per il quale sono scattate le manette che parlava allora di ‘vuoto normativo': “Ci accusano di non tenerli d'occhio, motivo per il quale scappano, ma non è così. Le nostre strutture essendo di natura sociale non possono per legge trattenere con la forza i minori,  in quanto la maggior parte di queste ragazzine, ma anche ragazzi, hanno una famiglia a cui tornare", dichiarava allora  Sanchi. “Calcoli – proseguiva a spiegare il presidente della Virtus Italia Onlus -  che la nostra struttura come da autorizzazione, può ospitare al massimo 30 minori che è il numero complessivo di quelli che possiamo accogliere fra minori rom e minori stranieri. Noi gli parliamo, cerchiamo con il nostro staff di capire come riuscire ad aiutarli, ma basta un attimo che siamo impegnati con altri, che lesti prendono la via di fuga.  Abbiamo persino alzato il muro di cinta per evitare che scavalchino e scappino facilmente. E, ironia della sorte ci hanno anche fatto un richiamo per questo. Come per via del cancello che per lo stesso motivo teniamo chiuso”. Spiegazioni nette ed esaustive che proseguivano così: “Sui minori rom che ci arrivano noi possiamo accoglierli, rifocillarli, ma trattenerli, no. E non lo dico io, ma una circolare del Questore D'Angelo del 12 giugno del 2015 che dice specificatamente, quando se ne sa la provenienza, di evitare di portarli al CPA, ma di trattenerli nei commissariati per proseguire le indagini. Recentemente  dello stesso avviso anche la circolare del 29 maggio ultimo scorso, da parte della Squadra Anticrimine. Insieme alle forze dell'ordine, a cui puntualmente inviamo le liste con tutti i dati identificativi del minore, gli educatori e gli operatori sociali cerchiamo di fare il nostro meglio, naturalmente nelle modalità sociali, demagogiche e legali consentite”, conclude il presidente”. Tuttavia, ad oggi, la realtà sembra essere un'altra ma come è giusto che sia sarà l'iter giudiziario a far luce sull'intera vicenda.  

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