I Rom se ne vanno tra calci e proteste. In strada bombe carta e saluti romani
I residenti gridano contro gli ospiti insieme ai rappresentanti di Casapound e Forza Nuova. I cori: "Bruciateli vivi"
Una bomba carta è esplosa sul retro della struttura, in via Paolo Savi. I primi due rom hanno lasciato la struttura di Torre Maura, su un pulmino scortato dalla Polizia Locale, mentre i residenti stanno gridando insieme ai rappresentanti di Casapound e Forza Nuova contro gli ospiti affacciati alle finestre. «Scimmia di mer..., te ne devi andare, esci fuori che ti ammazzo». Sono le grida di uno dei manifestanti che stazionano di fronte al centro di accoglienza di via dei Codirossoni, a Torre Maura, rivolte nei confronti dei primi Rom che si preparano a lasciare la struttura. Uno dei Rom era uscito nel cortile dicendo alla folla: «Sì, ora ce ne andiamo». Subito dopo un altro manifestante ha urlato: «Bruciateli vivi». La tensione fuori dal centro, presidiato da un cordone dalle forze dell'ordine, sta salendo con ripetuti insulti rivolti nei confronti dei 60 Rom, tra cui oltre la metà sono minorenni. Qualche calcio e alcune manate sono stati rivolti contro il furgone che ha portato via i primi Rom, mentre partivano per essere trasferiti in altre strutture in città. Dopo che il pulmino è andato via una ventina di persone hanno intonato l'inno d'Italia facendo il saluto fascista. Dopo i fatti accaduti a Torre Maura la sindaca di Roma Virginia Raggi non esclude provvedimenti disciplinari nei confronti degli uffici amministrativi per la «gestione inqualificabile» dei trasferimenti. Secondo quanto si apprende, la decisione del trasferimento dei nuclei familiari nel centro accoglienza sarebbe avvenuta meramente sulla base di un iter amministrativo senza alcun input politico a livello municipale né tantomeno comunale e senza il coinvolgimento di altri enti o istituzioni competenti. La prima cittadina, riferiscono fonti del Campidoglio, ha richiesto agli uffici una relazione approfondita e puntuale di quanto accaduto.