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Francesco in Campidoglio dalla Raggi: "Serve una rinascita. Roma non degradi"

Papa Francesco e la sindaca Raggi

Per la prima volta Bergoglio parla di corruzione e immigrazione in Aula Giulio Cesare

Carlo Antini
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Papa Francesco in visita in Campidoglio dove ha incontrato la Raggi. Il Pontefice si è affacciato dal balcone della sindaca con vista sui Fori. Poi il Pontefice è andato in Aula Giulio Cesare per il suo discorso alla Capitale. "Da tempo desideravo venire in Campidoglio per incontrarvi e portarvi di persona il mio ringraziamento per la collaborazione prestata dalle Autorità cittadine a quelle della Santa Sede in occasione del Giubileo Straordinario della Misericordia, così come per la celebrazione di altri eventi ecclesiali. Essi, infatti, per il loro ordinato svolgimento e la loro buona riuscita hanno bisogno della disponibilità e dell'opera qualificata di voi, amministratori di questa Città, testimone di una storia plurimillenaria e che, accogliendo il Cristianesimo, è divenuta nel corso dei secoli il centro del Cattolicesimo". Così Papa Francesco nel suo discorso all'assemblea capitolina. "Questa Città ha accolto studenti e pellegrini, turisti, profughi e migranti provenienti da ogni regione d'Italia e da tanti Paesi del mondo. È diventata polo d'attrazione e cerniera. Cerniera tra il nord continentale e il mondo mediterraneo, tra la civiltà latina e quella germanica, tra le prerogative e le potestà riservate ai poteri civili e quelle proprie del potere spirituale. Si può anzi affermare che, grazie alla forza delle parole evangeliche, si è qui inaugurata quella provvida distinzione, nel rispetto reciproco e collaborativo per il bene di tutti, tra l'autorità civile e quella religiosa, che meglio si conforma alla dignità della persona umana e le offre spazi di libertà e di partecipazione". Così Papa Francesco nel suo discorso all'assemblea capitolina. "Roma, lungo i suoi quasi 2.800 anni di storia, ha saputo accogliere e integrare diverse popolazioni e persone provenienti da ogni parte del mondo, appartenenti alle più varie categorie sociali ed economiche, senza annullarne le legittime differenze, senza umiliare o schiacciare le rispettive peculiari caratteristiche e identità. Piuttosto ha prestato a ciascuna di esse quel terreno fertile, quell'humus adatto a far emergere il meglio di ognuna e a dar forma - nel reciproco dialogo - a nuove identità".Così Papa Francesco nel suo discorso all'assemblea capitolina. "Roma, perciò, in un certo senso obbliga il potere temporale e quello spirituale a dialogare costantemente, a collaborare stabilmente nel reciproco rispetto; e richiede anche di essere creativi, tanto nella tessitura quotidiana di buone relazioni, come nell'affrontare i numerosi problemi, che la gestione di un'eredità così immensa porta necessariamente con sé". Così Papa Francesco nel suo discorso all'assemblea capitolina. "La 'Città eterna' è come un enorme scrigno di tesori spirituali, storico-artistici e istituzionali, e nel medesimo tempo è il luogo abitato da circa tre milioni di persone che qui lavorano, studiano, pregano, si incontrano e portano avanti la loro storia personale e familiare, e che sono nel loro insieme l'onore e la fatica di ogni amministratore, di chiunque si impegni per il bene comune della città. Essa è un organismo delicato, che necessita di cura umile e assidua e di coraggio creativo per mantenersi ordinato e vivibile, perché tanto splendore non si degradi, ma al cumulo delle glorie passate si possa aggiungere il contributo delle nuove generazioni, il loro specifico genio, le loro iniziative, i loro buoni progetti".Così Papa Francesco nel suo discorso all'assemblea. "Il Campidoglio, insieme alla Cupola michelangiolesca e al Colosseo - che da qui si possono vedere - ne sono in un certo senso gli emblemi e la sintesi - ha continuato Francesco - Infatti l'insieme di queste vestigia ci dice che Roma possiede una vocazione universale, portatrice di una missione e di un ideale adatto a valicare i monti e i mari e ad essere narrato a tutti, vicini e lontani, a qualsiasi popolo appartengano, qualsiasi lingua parlino e qualunque sia il colore della loro pelle. Quale Sede del Successore di San Pietro, è punto di riferimento spirituale per l'intero mondo cattolico. Ben si spiega perciò che l'Accordo di Revisione del Concordato tra Italia e Santa Sede - di cui quest'anno si celebra il 35° anniversario - affermi che 'la Repubblica Italiana riconosce il particolare significato che Roma, sede vescovile del Sommo Pontefice, ha per la cattolicità'". "La peculiare identità storica, culturale e istituzionale di Roma postula che l'Amministrazione capitolina sia posta in grado di governare questa complessa realtà con strumenti normativi appropriati e una congrua dotazione di risorse. Ancora più decisivo, però, è che Roma si mantenga all'altezza dei suoi compiti e della sua storia, che sappia anche nelle mutate circostanze odierne essere faro di civiltà e maestra di accoglienza, che non perda la saggezza che si manifesta nella capacità di integrare e far sentire ciascuno partecipe a pieno titolo di un destino comune".Così Papa Francesco nel suo discorso all'assemblea capitolina.

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