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Gomorra al Quartaccio. La vedova del boss "Sanpipponio" a capo dello spaccio
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Spaccio nel quartiere romano del Quartaccio come in Gomorra. È quanto hanno ricostruito gli agenti del commissariato Primavalle, che questa mattina con un blitz, hanno eseguito venti ordinanze di custodia cautelare in carcere per associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. Le indagini, svolte tra il 2017 e il 2018 anche attraverso intercettazioni telefoniche, hanno fatto emergere uno spaccato con numerose analogie con i quartieri napoletani infettati dalle mafie rappresentati nella serie tv Gomorra. In manette è finita anche Ada Salvucci, compagna di Massimiliano Vastante, detto "Sanpipponio", morto in carcere a Regina Coeli nel 2015. Vastante, come scrivono gli investigatori, era "conosciuto in tutto il Lazio e nelle regioni limitrofe per la sua elevatissima caratura criminale" e aveva "importanti precedenti per rapine a istituti di credito e per violazione della legge sugli stupefacenti". Secondo gli investigatori, Ada Salvucci ha continuato a gestire il traffico di droga nel quartiere insieme ai figli e ad altre persone anche dopo la morte di Vastante. I poliziotti hanno rilevato numerose analogie tra la sua personalità e quella della figura di Imma, moglie del boss di camorra Pietro Savastano nella fiction Gomorra. Per questo motivo l'operazione è stata chiamata "Donna Imma". Le indagini hanno dimostrato ampiamente la capacità del gruppo criminale di produrre reddito attraverso il narcotraffico. Nei mesi si sono susseguiti numerosissimi arresti di esponenti del clan per spaccio di stupefacenti, sequestri di migliaia di confezioni di cocaina e crack per quantità notevolmente superiori al chilogrammo, diversi chili di hashish, due pistole con munizionamento anche di diverso calibro. Il fatturato annuo dell'organizzazione è difficilmente quantificabile ma si parla di milioni di euro. Nel corso delle perquisizioni oggi a casa della donna, sono stati rinvenuti e sequestrati orologi di valore tra cui tre Rolex, un Cartier e un Patek Philippe, oltre a 12mila euro in contanti e un disturbatore di frequenza o jammer. L'operazione è stata condotta dagli investigatori del commissariato Primavalle, con l'aiuto degli agenti del Reparto prevenzione crimine Lazio e con l'impiego di un elicottero della Polizia. Le ordinanze sono state richieste dalla locale Procura-Direzione Distrettuale Antimafia e concesse dal gip del Tribunale di Roma. Le indagini erano partite appunto nel 2015 durante le ricerche di Massimiliano Vastante, sottoposto a diverse misure restrittive, che dal 6 agosto di quell'anno era diventato latitante dopo essere fuggito dal Policlinico Gemelli. Gli investigatori cominciarono allora gli appostamenti al Quartaccio dove il latitante risiedeva e i pedinamenti dei suoi familiari. In base alle indagini gli investigatori ipotizzarono che la compagna del latitante, Ada Salvucci, i figli Ivan Spina e Alessandro Vastante, e altre due persone Mattia Carletti e Jacopo Vannicola, avevano intrapreso una attività di spaccio di droga dall'interno dello stabile dove abitavano per mantenere se stessi e la latitanza di Massimiliano Vastante, ormai costretto a rintanarsi per sfuggire alle forze dell'ordine. Una delle perquisizioni nell'abitazione di Ada Salvucci ha poi permesso agli investigatori di rilevare i dati di alcuni apparati telefonici, ritenuti dagli investigatori i 'citofoni' impiegati dalla donna per mantenere i contatti con il marito. L'attività tecnica svolta sugli Imei dei telefoni ha consentito di individuare il latitante, arrestato il 16 aprile 2016, poco prima che lasciasse il territorio nazionale per andare in Spagna, dove diceva di avere alcuni immobili. L'uomo morì poi il 2 settembre dello stesso anno nel carcere di Regina Coeli. La cattura e la successiva morte di Vastante non hanno però fermato l'attività di spaccio di stupefacenti gestita dalla compagna Ada Salvucci e dei suoi 'collaboratori' che anzi si era ampliata e affinata nelle modalità operative.