Canile allo sbando, ultimatum alla Raggi
Animalisti sul piede di guerra per la crisi sanitaria alla Muratella e il conflitto di interessi con la Asl
E' ancora emergenza al canile comunale di Muratella. Dopo l'inchiesta de Il Tempo di sabato scorso sull'alto rischio di contagio tra animali e l'impossibilità di gestire i casi clinici, al punto da costringere la Asl a disporre lo stop ai ricoveri, le associazioni animaliste scrivono al sindaco Virginia Raggi, denunciando morti sospette e una situazione praticamente al collasso. Tutto condito da un probabile conflitto di interessi, come denunciato dal nostro giornale, rappresentato da due veterinari che lavorano presso la struttura comunale ma che di fatto risultano soci di una clinica privata convenzionata proprio con Muratella. Sulle morti sospette di cani entrati in canile e morti nel giro di una settimana aveva già alzato la voce Emanuela Bignami di Animalisti Italiani onlus. Ieri la lettera firmata da Animalisti Italiani, Enpa, Lav, Leal, Leidaa, Lndc e Oipa diretta a Virginia Raggi, ricordandole che "il Comune di Roma è il proprietario degli animali ricoverati presso la struttura e quindi il principale responsabile del loro benessere e della loro salute. Il Comune è pertanto tenuto a vigilare sulle condizioni di detenzione e sulle cure prestate ai cani e gatti di sua proprietà". Ancora, nella lettera le Associazioni hanno fatto presente la necessità di verificare il potenziale conflitto di interessi di uno dei veterinari Asl che è anche socio della clinica veterinaria privata a cui vengono portati gli animali del Comune per tutti quegli interventi e/o esami diagnostici che non è possibile effettuare nella struttura pubblica. «Ci aspettiamo che il Comune di Roma si assuma le proprie responsabilità e si attivi immediatamente per risolvere le gravi carenze del canile sanitario e del rifugio comunale al fine di tutelare al meglio la salute e il benessere degli animali che vi sono ospitati», concludono le Associazioni. E già perché non basta rispondere, come fatto dal presidente della Commissione Ambiente, Daniele Diaco, affermando che l'unico soggetto competente per le carenze di carattere sanitario all'interno del canile è la Asl. Uno scaricabarile inaccettabile non solo di fronte ad animali che soffrono, nella maggior parte dei casi già vittime di maltrattamenti o abbandoni traumatici, ma anche per un sistema di gestione mista, pubblico-privata, che costa ai contribuenti romani circa due milioni di euro l'anno. Gli esposti che stanno partendo in questi giorni sia alla procura sia alla Corte dei conti faranno forse chiarezza ma la civiltà e l'"onestà" di un'amministrazione si misurano con la tempestività e la concretezza delle risposte soprattutto quando in ballo c'è la salute, il benessere e, purtroppo, persino la vita degli esseri viventi.