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L'ex sindaco Alemanno condannato a 6 anni: "Sentenza assurda, ricorreremo in appello"

Gianni Alemanno

Per corruzione e finanziamento illecito

Valeria Di Corrado
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Gianni Alemanno è stato condannato a 6 anni di reclusione per corruzione e finanziamento illecito ed è stato interdetto dai pubblici uffici. La seconda sezione penale del Tribunale di Roma ha ordinato la sua interdizione perpetua dai pubblici uffici e la confisca di una somma pari a 298 mila euro. La Procura di Roma aveva sollecitato una pena più bassa, pari a 5 anni di reclusione: 4 anni e mezzo per corruzione, più altri 6 mesi per il reato di finanziamento illecito.  Per il pm Alemanno è stato "l'uomo politico di riferimento dell'organizzazione Mafia Capitale all'interno dell'amministrazione comunale, in ragione del suo ruolo apicale di sindaco" e anche dopo essere diventato consigliere comunale di minoranza in seno al Pdl. "Ha consentito di porre le strutture del suo ufficio, di Ama Spa e di Eur Spa a disposizione di Buzzi e di Carminati". In concreto, tra il 2012 e il 2014, Alemanno avrebbe ricevuto 223.500 euro "per compiere atti contrari ai doveri del suo ufficio". I soldi sarebbero stati versati da Buzzi alla fondazione Nuova Italia, presieduta proprio dall'ex primo cittadino. Nella requisitoria il pm Luca Tescaroli (da qualche mese procuratore aggiunto a Firenze), aveva spiegato ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Roma che "la figura del sindaco rappresenta lo snodo fondamentale del percorso corruttivo dei vertici di Mafia Capitale".  "Una sentenza assurda e sbagliata. Ricorreremo in appello" commenta l'ex sindaco dopo la sentenza. "Ribadisco la mia innocenza - dichiara - Sembra ci sia stata una volontà punitiva".

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