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Traffico illecito di rifiuti: 13 arresti. Tre sono dell'Ama

Davide Di Santo
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Tre dipendenti dell' Ama finiscono ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta su un traffico illecito di rifiuti nel centro di raccolta di Mostacciano, periferia sud di Roma. I tre avrebbero ricevuto denaro da persone che in cambio lasciavano nella struttura materiali non trattabili, come scarti dell'edilizia. Secondo chi indaga, le mazzette arrivavano anche per chiudere un occhio sui gruppi di rom che di giorno e di notte depredavano la struttura da materiali vendibili come il rame, gli scarti elettrici e altri metalli. Mostacciano era diventato centro di un traffico di rifiuti che, solo per la famiglia rom facente capo Zaico Seidovic, fruttava in un anno oltre cinquantamila euro grazie a materie trafugate a Roma e rivendute in un centro rottami a Cisterna di Latina. I tre dipendenti Ama rispondono a vario titolo di corruzione, peculato e traffico illecito di rifiuti e, secondo chi indaga, ricevevano quotidianamente mazzette di 30-40 euro per permettere da una parte ai Seidovic di prelevare i metalli, e dall'altra a lavoratori edili di riversare gli scarti invece di trasportarli dove avrebbero dovuto esser trattati. Tredici le persone arrestate mentre altre dieci sono sottoposte a obbligo di firma. L'indagine è partita da alcuni esposti di cittadini e comitati di quartiere esasperati dai continui roghi tossici che venivano accesi nei campi rom per disfarsi degli scarti ed estrarre dai rifiuti i materiali vendibili. Le operazioni sono state portate avanti dai carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Roma, quelli Forestali di Roma e Latina e gli agenti della polizia locale coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia e ha portato, tra l'altro, al sequestro preventivo di 25 autocarri.

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