ospedali indecenti
“I pronto soccorso sono bivacchi”. E al San Camillo arrivano i Nas
A due settimane dal blitz al Policlinico Umberto I di Roma il ministro della Salute Giulia Grillo torna a denunciare le carenze degli ospedali capitolini: questa volta è il turno del San Camillo, dove vengono inviati i carabinieri del Nas per verificare le condizioni di sovraffollamento del pronto soccorso. Dai primi accertamenti, fa sapere il ministero, sembra esistere una percentuale di ricoveri molto elevata, che potrebbe essere spia di inappropriatezza e su cui si concentreranno le analisi dei tecnici. "Non è accettabile che i pronto soccorso dei nostri ospedali siano trasformati in bivacchi e che operatori sanitari e pazienti si ritrovino a lavorare e a essere curati in condizioni indegne di un Paese civile - attacca il ministro -. Questi spettacoli indecenti vengono da lontano, non nascono certo oggi, il presidente e commissario Zingaretti vada a fare un giro negli ospedali della sua città prima di chiedere l'uscita dal commissariamento per la sanità del Lazio". Pronta la risposta dell'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato che si presenta nell'ospedale e fa sapere che "dal verbale dei Nas non emergono rilievi particolari circa l'assistenza sanitaria prestata ai pazienti". Poi l'affondo: "Il compito delle istituzioni, a partire dal ministro, è quello di tutelare e migliorare il sistema sanitario pubblico e non quello di denigrarlo. Noi difendiamo il San Camillo, il Lazio e la sua autonomia, i lavoratori della Sanità e i cittadini. I commissariamenti si realizzano in presenza di chiare condizioni che oggi non ci sono più. Vigileremo perché non si commettano abusi di potere". Il vero pomo della discordia tra ministero e Pisana, non ne fanno mistero i due litiganti, è ancora una volta il tema del 'commissariamento' e in particolare la norma, inserita dal governo nel dl fiscale, che decreta l’incompatibilità del doppio ruolo governatore-commissario che ricopre Nicola Zingaretti. Contro il provvedimento la Regione ha annunciato ricorso in Corte Costituzionale e sulla questione commissariamento fa sapere che l’esito dei tavoli ministeriali, anche di quelli fatti con il governo Conte, fa emergere che il Lazio "ha raggiunto in pieno, e da tempo, i presupposti per uscirne".