abusi sessuali
Orrore a 15 anni: "Mio padre mi violenta"
Il papà con la mimetica e il portamento da vincente s’è fatto piccolo e taciturno davanti agli agenti della Polizia Locale di Anzio che ieri gli hanno notificato l’ordine di arresto con l’accusa di aver violentato la figlia minorenne. Quarantacinque anni originario di Formia e militare dell’Esercito Italiano, ha tenuto la testa bassa anche quando gli uomini agli ordini del comandante Sergio Ierace gli hanno trovato in casa materiale pornografico e video raccapriccianti. Vestito da eroe della Patria in strada e orco in casa, ha iniziato a sfogare le sue perversioni sull’unica figlia cinque anni fa. Le violenze sono cominciate quando Giulia (il nome è di fantasia ndr) aveva dieci anni e si preparava a iniziare la scuola media. Il papà sempre attento e all’apparenza impeccabile faceva capolino in cameretta quando la mamma non c’era. Gli sguardi, le parole dolci, le allusioni che ancora bambina nemmeno poteva capire sono diventate ben presto qualcosa di atroce: veri e propri rapporti completi, consumati tra le lacrime e l’incredulità della figlia, nel letto circondato dai poster e dalle foto delle vacanze con i genitori così felici davanti all’obiettivo. Giulia ha perso l’innocenza in mezzo ai giochi e ai peluche, subendo inerme i continui abusi del padre. Non ha mai detto nulla a nessuno. La mamma che lavorava non è riuscita a capire, non ha visto tutte le volte che la bambina veniva bloccata sul piumone colorato, stuprata in macchina, dove capitava. Giulia ha leccato lacrime e ferite, ha iniziato a frequentare le scuole medie, ha studiato, ha passato l’esame e cominciato il liceo, è entrata nell’adolescenza, ha fatto sport, è andata in gita, è uscita con gli amichetti e intanto, a casa, tornava all’inferno. Lo strazio, anche psicologico, è andato avanti per cinque lunghi anni. Fino a un mese fa, quando - oggi quindicenne - ha deciso di ribellarsi. Non ha più voluto vedere il padre, ha fatto di tutto per non restar mai sola con lui, non riusciva a nascondere la sua insofferenza, la stanchezza, l’esasperazione che, nell’ambiente scolastico, è diventata finalmente chiara anche a chi le ha teso per primo la mano. Grazie alla Preside e alla sua sensibilità nel segnalare il fatto agli assistenti sociali, è scattato il protocollo interistituzionale siglato un anno fa dai trenta sindaci della giurisdizione di Velletri e firmato dal procuratore di Velletri e dal presidente della Regione Lazio. La Polizia Locale, sulla base delle rivelazioni della vittima, si è mossa così immediatamente. Ascoltata in audizione protetta da una psicologa forense e dalla mamma, che ha aperto gli occhi sulla macchia nera che già sporcava la sua famiglia, Giulia ha parlato prima di abusi, di un disagio. Per poi sfogarsi, come un fiume in piena, davanti agli inquirenti della Procura di Velletri. Sergio Ierace, comandante della Polizia Locale di Anzio, parla di «violenze dure, perfino difficili da riferire». Ieri, dunque, è stata eseguita la misura cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Velletri Ilaria Tarantino. L'uomo, che al momento dell'arresto era al lavoro, non ha aperto bocca. Trasferito nel carcere circondariale di Velletri, è ora a disposizione dell'autorità giudiziaria. Giulia, invece, proverà a ricominciare la sua vita. Senza più innocenza, con l’infanzia rovinata. Ma libera dall’orco che per cinque anni l’ha stuprata tappandole la bocca.