dramma all'axa
Il nuotatore ferito rischia la paralisi
Per pochi minuti, temporaneamente "desedato", Manuel Mateo Bortuzzo ieri mattina ha potuto riabbracciare la mamma Rossella. Il diciannovenne di Treviso, trasferito nel reparto di Terapia intensiva al «Piastra» dell’ospedale San Camillo, è intubato ma l’ha riconosciuta e ha interagito con lei movendo le dita. La prognosi tuttavia, avvertono i medici, non è sciolta e il rischio che la promessa del nuoto resti paralizzato è alta. «Le condizioni del ragazzo sono stabili - spiega il professor Alberto Delitala, responsabile della Neurochirurgia che domenica lo ha operato -. La situazione del suo stato di coscienza è buona e una volta sospesa l’anestesia ha dimostrato di entrare in contatto con l’ambiente. Una buona notizia. Non ci sono però segni di ripresa agli arti inferiori, una risonanza magnetica eseguita in giornata (ieri ndr) e i potenziali evocati daranno un’indicazione sulla possibilità del midollo spinale di condurre l’impulso nervoso». La promessa del mezzofondo, il ragazzone alto 1,89 che aveva scommesso su Roma per rifarsi della precedente stagione compromessa dalla mononucleosi, rischia di vedersi stroncata la carriera e i sogni per uno scambio di persona, forse colpa di un cappellino troppo comune tra i suoi coetanei, magari uguale a quello che sabato notte indossava il reale destinatario del proiettile che lo ha raggiunto alla schiena. «Manuel ha seguito il sogno di nuotare, venendo a Roma. Spero possa continuare, altrimenti sarà quello che Dio vorrà», spiega il papà Franco che ieri mattina è dovuto... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI