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La caduta dell'impero dei Casamonica. Dai funerali kitsch alle ruspe

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Susanna Novelli
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I funerali del «re» Vittorio Casamonica, nell'agosto del 2015, con tanto di carrozze, cavalli e petali lanciati dal cielo, sono stati forse il punto di non ritorno nella lunga, e fiorente, vita del clan Casamonica. Quello di ieri è il blitz più imponente dopo quello del luglio scorso, quando furono arresate 37 persone. I reati, praticamente sempre gli stessi, estorsione, usura, traffico di droga. Tutto condito da ville sfarzose, auto di lusso, locali alla moda. E addirittura la cravatta con i diamanti che "re Vittorio" «non lasciava mai». Un clan ampiamente strutturato, quello dei Casamonica, sinti originari dell'Abruzzo, unito soprattutto da un vincolo di sangue che dalla storica roccaforte nel quartiere Appio, ha messo radici nelle aree più «bordeline» della Capitale, e stretto «alleanze» con altri «clan» capitolini, come quello degli Spada di Ostia. Il quadro insomma rientra pienamente nel più classico schema mafioso... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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