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Ostaggi dell'accumulatore seriale

Cinquantenne romano con fragilità mentale trasforma la casa in magazzino. Disperati gli inquilini del palazzo all'Ostiense ma le autorità non intervengono

Silvia Mancinelli
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Al piano terra di un palazzo di via del Commercio, in zona Ostiense, abita un cinquantenne romano. Un uomo rimasto solo tredici anni fa, dopo la morte della madre adottiva, e che da allora - affetto, pare, da disagi psichici - si è trasformato in un accumulatore seriale. Nel suo appartamento i vecchi televisori, i piccoli elettrodomestici, le bambole, i mobili raccolti dai secchioni in strada con l'idea di essere aggiustati, lo hanno di fatto sommerso costringendolo a rinunciare alla cucina, al salotto, perfino al letto. Roberto, lo chiamiamo così per tutelare l'identità dell'uomo, lavora per uno strano scherzo del destino come bidello in una scuola sul lungotevere Testaccio. I rifiuti che hanno riempito il suo appartamento dal pavimento al soffitto, coprendo perfino le finestre, gli hanno concesso appena un angolo a terra dove dormire. Ma la sua casa è da anni ormai una bomba a orologeria per l'intero palazzo e le venticinque famiglie che ci vivono. L'immobile Ater, per lo più riscattato dai regolari assegnatari e abitato da quanti hanno invece comprato, è più volte stato invaso da blatte e altri insetti che escono da quella che è ormai diventata una discarica. All'uomo è stato staccato il gas e tolta l'energia elettrica, mentre la rottura delle tubature dell'acqua, provocata dalle picconate date contro il muro nei suoi sempre più frequenti momenti di follia, ha causato una perdita talmente importante da aver costretto l'Ater a chiudere i locali al seminterrato perché dichiarati inagibili. L'appartamento di Roberto, invaso dai rifiuti e dal fango che si è creato con la perdita di acqua e intonaco, pesa talmente tanto da rischiare il crollo... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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