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Caso Cucchi, l'avvocato di famiglia: "I depistaggi continuano"

Stefano Cucchi

Oggi l'udienza davanti alla prima Corte d'Assise di Roma

Valeria Di Corrado
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"Quello che sta emergendo in questo processo, e a latere di questo processo, è inquietante". Così l'avvocato Fabio Anselmo, legale di parte civile della famiglia di Stefano Cucchi, ha esordito nell'udienza di oggi davanti alla prima Corte d'Assise di Roma, nel processo che vede imputati cinque carabinieri, tre dei quali con l'accusa di omicidio preterintenzionale. "Al di là del fatto che le attività di depistaggio sono proseguite nel corso del tempo e addirittura nella fase di indagine che ha portato a questo processo, il fatto che questi accadimenti si verifichino anche oggi, durante un'istruttoria dibattimentale così complessa e così delicata, è di una gravità inaudita. Esprimo quindi - ha concluso Anselmo - il rammarico della famiglia di fronte al reiterarsi di queste pressioni illecite"."Invito la Corte a riappropriarsi dei suoi poteri - è intervenuto l'avvocato Giosuè Naso, difensore del maresciallo Roberto Mandolini, accusato di falsi e calunnia - Ricordo che questo processo è volto a stabilire se Cucchi è morto per le percosse che gli sarebbero state inferte dai carabinieri, tutto il resto è fuffa". Naso si è opposto alla richiesta del pm Giovanni Musarò di sentire come testimoni altri quattro carabinieri, alla luce dell'attività di falsi e depistaggi che sta emergendo nell'indagine parallela e che rischia di inquinare il processo in corso. 

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