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Autodemolitori sotto la Regione Lazio: vogliamo lavorare. A Roma servizio pubblico bloccato

Il nuovo presidente Arder: le nostre aziende ferme da mesi. Le auto dei romani prelevate dai pendolari

Grazia Maria Coletti
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"Non si può bloccare un servizio pubblico e permettere che il nostro lavoro sia svolto dai pendolari che arrivano da fuori regione". Autodemolitori in presidio permanente chiedono aiuto alla Regione Lazio, dopo lo stop di Roma Capitale che ha bloccato le attività ormai da mesi. "Dall'accordo di programma del '97 abbiamo continuato a lavorare grazie all'autorizzazione provvisoria in attesa del piano di delocalizzazione che però non è mai arrivato, e non per colpa nostra - spiega Claudio Petti, da oggi presidente A.R.D.E.R. - In primavera lo stop della Raggi che ha leso 110 impianti tra autodemolitori e rottamatori bloccati a Roma, con un indotto di 4.500 lavoratori, tutti fermi anche loro". Ora la speranza è la Regione. "Speriamo ci faccia tornare a lavorare. Intanto il servizio pubblico a Roma è bloccato - conclude Petti -. E da fuori regione qualcun altro viene a prendere la auto dei romani per colmare il vuoto del servizio pubblico". "Ribadiamo con forza la nostra posizione iniziale: ai titolari degli impianti ed ai loro dipendenti deve essere restituita la dignitá del proprio lavoro" dichiara Pietrangelo Massaro, dirigente di Forza Italia Roma.  "Le attivitá di autodemolizione e rottamazione - spiega Massaro - rappresentano un servizio di pubblica utilitá e, come tali, devono tornare ad essere garantite per il bene della Capitale". "Chiediamo dunque - conclude Massaro - che tutte le Istituzioni, dopo mesi di muro contro muro, mettano da parte la dialettica propria dell'antagonismo politico e adottino in tempi brevi, ciascuna per la propria sfera di competenza, atti politici concreti, nell'interesse di questa categoria e di tutti i cittadini romani".  

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