Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Il doppio gioco del Pd sull'ex Dogana

Piovono esposti contro i "rave" allo Scalo: "Notti insonni e caos"

Matteo Vincenzoni
  • a
  • a
  • a

Da una parte gli esposti dei residenti di via dello Scalo San Lorenzo che di notte se ne vanno in giro per casa «con i vetri che tremano e il martellamento dei bassi nelle orecchie». Dall'altra l'Ex Dogana, dal 2015 nuovo tempio della movida romana, che riposa cullato dalle sue tre anime: quella discotecara, che aspetta l'alba, quella radical-chic, che si "mette in mostra" al calar del sole, quella politica, vicina al Partito Democratico, che utilizza i 23mila metri quadrati dell'ex deposito merci di proprietà di Cassa Depositi e Prestiti per kermesse politiche come "Piazza Grande", con cui il presidente della Regione Lazio, Zingaretti, ha annunciato la sua candidatura alle primarie del partito. Un "fil rouge" che porta dritto dritto in II Municipio, capitanato dalla presidente Dem, Francesca Del Bello, che pur prendendo a cuore le lamentele dei cittadini insonni, tifa per l'Ex Dogana. La rivolta degli abitanti del quartiere contro la musica "a cannone", sia d'estate che d'inverno, sia che si balli al chiuso che all'esterno, ben oltre le due di notte, raggiunge il suo apice questa estate con un primo esposto del 20 luglio indirizzato al Dipartimento del Campidoglio e al II Gruppo della Polizia locale di Roma Capitale, in cui si fa riferimento a «serate di musica techno fino alle 5/6 del mattino» e agli eventi in programma che oltre a «disturbare la quiete pubblica, non forniscono affatto cultura, ma solo ulteriore degrado». Il secondo esposto, al grido di «Vergogna, vergogna!», arriva negli uffici capitolini e dei vigili urbani del II Gruppo il 19 settembre. E i toni dei residenti si alzano: si parla di gente ubriaca, «in stato di visibile alterazione», di una strada, via dello Scalo di San Lorenzo, ormai «impraticabile, congestionata dal rumore del traffico» fino alle prime luci del giorno; viene descritto uno «spettacolo apocalittico, con bottiglie e vetri, odore di pipì e vomito» ovunque; ma soprattutto si chiede al direttore degli uffici della Cultura: «Come è possibile che il Dipartimento firmi le autorizzazioni a una discoteca techno, in mezzo ai palazzi, fino alla sei del mattino?». L'assessorato alla Cultura, in verità, si limita a... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

Dai blog