l'interrogatorio
"Fu Desirée a chiedermi di fare sesso con lei"
«Ho avuto con Desirée un rapporto consensuale, che mi ha chiesto lei. Subito dopo sono andato via da via dei Lucani. Quando l'indomani ho saputo della sua morte, mi sono messo a piangere». E un'altra storia quella raccontata da Yusif Salia (detto Youssef), fermato il 26 ottobre nella tendopoli abusiva di Borgo Mezzanone, in Puglia, su ordine della Procura capitolina. Ieri il 32enne ghanese è stato interrogato dal gip del Tribunale di Foggia Carmen Corvino, su richiesta di rogatoria del gip di Roma Maria Paola Tomaselli, che il 9 novembre aveva firmato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere per concorso in omicidio volontario, stupro di gruppo e cessione di droga aggravate. «Salia ha rivelato una personalità inquietante e molto pericolosa», spiega il giudice Tomaselli. Lo dimostrerebbe il fatto che, subito dopo la morte di Desirée, «si è dato alla fuga rifugiandosi in un luogo lontano da Roma, dove riteneva di essere difficilmente individuato e che, a pochi giorni dai delitti commessi in danno della minorenne Mariottini, è stato trovato con oltre 10 chili di stupefacenti e bottiglie di metadone, circostanze che denotano, da un lato, una professionalità del "modus agendi" e, dall'altro, la presenza di stabili e saldi contatti con il mondo della criminalità ad alto livello». «Youssef, che proprio per essere stato autore della somministrazione era ben consapevole della natura e dei quantitativi delle sostanze ingerite dalla ragazza e della gravità delle sue condizioni, invece di allarmarsi e scongiurare il decesso - si legge nell'ordinanza del gip di Roma - ha impedito di chiamare aiuto, assumendo lucidamente la decisione di sacrificare la giovane vita per garantirsi l'impunità. Al riguardo appare di estrema efficacia la frase: "Meglio che muore lei che noi in galera", che, secondo quanto riferito da diversi informatori sommari, avrebbe pronunciato Youssef»... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI