il caso
A San Lorenzo rischiata un'altra Desirée
Un'altra ragazza italiana ha rischiato di fare la stessa tragica fine di Desirée Mariottini. Esattamente 24 ore prima del ritrovamento del cadavere della sedicenne di Cisterna di Latina, nello stesso stabile occupato, una studentessa romana era finita nella trappola degli spacciatori africani. A differenza di Desirée, però, il destino l'ha graziata. Proprio in quel momento, infatti, due italiani residenti nel quartiere di San Lorenzo stavano camminando in via dei Lucani e, sentendo le urla di una ragazza provenire dall'edificio al civico 22, sono intervenuti salvandola. "VOLEVANO FARLE CIÒ CHE HANNO FATTO A DESIRÈE" A raccontarlo è uno di loro: Mirko D.L., lo stesso 31enne che ha collaborato finora con la polizia, aiutando gli agenti della Squadra mobile ha trovare testimoni presenti nel "palazzo del crack" tra il 18 e il 19 ottobre. Mirko, infatti, il 30 ottobre è stato risentito una seconda volta nella questura come persona informata sui fatti: "Da tempo nel quartiere si sapeva cosa accadeva in quello stabile abbandonato. Il giorno prima di aver saputo della morte di Desirée, sempre verso le 4 del mattino, mentre mi trovavo presso la Locanda Atlantide in via dei Lucani, ho sentito una ragazza che da fuori il cancello dell'edificio abbandonato chiamava una certa Antonella. La ragazza è uscita dal cancello e ho sentito che chiedeva ad Antonella dove poteva prendere dell'eroina. A questo punto, sempre dallo stesso cancello, usciva un africano, chiamato da Antonella come Ibrahim (uno dei 4 finiti in carcere con l'accusa di aver drogato, violentato e ucciso Desirée, ndr), il quale diceva che all'interno dello stabile c'era ciò che la ragazza cercava: cioè l'eroina". "La ragazza amica di Antonella è quindi entrata dentro il cancello e io mi sono innervosito – ha precisato Mirko – in quanto non sopporto chi vende eroina. In quel momento mi trovavo con il mio amico Luca, che insieme a me ha fatto un bel po' di casino, anche in considerazione del fatto che sentivamo, dall'interno del cancello, la ragazza che urlava che non la facevano uscire, come se già qualcuno avesse avuto l'intenzione di farle quello che poi, invece, è stato fatto a Desirée. Le due ante del cancello erano chiuse con una catena che però era stata posizionata in modo che rimanesse uno spazio per passare. Io ho provato a entrare ma non ci sono riuscito, mentre il mio amico Luca è entrato da questo spazio ed è riuscito a portare fuori la ragazza". "SI VANTAVA DI AVER STUPRATO DESIRÈE" Mirko ha riferito agli inquirenti anche ciò che gli aveva raccontato Muriel, una delle ragazze sentite come testimoni. "Muriel ci ha detto di essere stata presente dall'inizio alla fine della tragica vicenda di Desirée. Ha detto che Youssef era... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI