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"Emanuela? No, le ossa sono della Gregori"

I resti compatibili con una donna esile e giovane. La criminologa Bruzzone: "Concentrarsi su Mirella"

Angela Di Pietro
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Tre molari, la leggenda di una scomparsa misteriosa avvenuta tra gli stucchi e i cedri del Libano di villa Giorgina, sede della Nunziatura apostolica, l'ombra di quell'enigma mai risolto che riguarda la scomparsa di Emanuela Orlandi, cittadina vaticana, intorno alla quale sono fiorite trame spionistiche, complottistiche, esasperate. A dare un'indicazione alle indagini saranno i rilievi scientifici sullo scheletro (due?) trovato nel pavimento dell'ex villa Levi. Per ora solo indizi: i resti appartengono a una donna minuta, di età superiore ai quindici anni. Storia sospesa, per il momento. Inevitabile la richiesta di un parere del criminologo, in questo caso Roberta Bruzzone. Potrebbero essere i resti di Emanuela Orlandi? «Mi sembra francamente presto per esprimere un parere. Certo è che si tratta di una scoperta inquietante perché è indubbio che i resti siano legati ad un'azione omicidiaria». Quale è il "nodo" dell'inchiesta sulla scomparsa della giovane cittadina vaticana? «Più che dire ciò che non torna, credo sia importante dire ciò che torna. L'inchiesta è stata poderosa, indirizzata senza indugi verso la ricerca della verità. Il problema, come ha detto Pietro Orlandi, è che ogni qualvolta si sia cercato di raggiungere l'obiettivo, ci si è trovati di fronte a un ostacolo, venuto non dall'esterno delle mura vaticane. Questo dettaglio fa riflettere».        È possibile al momento slegare il ritrovamento con i casi Gregori-Orlandi? «Intanto io... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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