le indagini
Desirée in balìa del branco 12 ore: "Ma che muoia pure, 'sta tossica"
Non solo non hanno chiamato i soccorsi quando hanno visto che Desirée era agonizzante, ma hanno impedito a chiunque era lì presente di farlo. "È meglio che muore", avrebbero detto i quattro presunti assassini della sedicenne, rivolgendosi ai frequentatori del palazzo abbandonato di via dei Lucani, nel quartiere universitario di San Lorenzo, a Roma. Nessuno era "autorizzato" a chiedere l'intervento di un'ambulanza, almeno fino a quando la ragazza era ancora in vita. In effetti, la richiesta d'aiuto al numero unico per le emergenze è arrivata, da un telefono pubblico, soltanto all'alba di venerdì 19 ottobre, quando ormai il cuore di Desirée Mariottini aveva smesso di battere, dopo circa 12 ore di lenta agonia. Forse, se le belve che l'hanno prima drogata e poi violentata in gruppo avessero avuto almeno il rimorso di chiamare i soccorsi, a quest'ora la ragazza sarebbe ancora viva. Secondo le testimonianze raccolte dagli inquirenti, l'ordine di non chiamare il 112 sarebbe stato impartito da chi comandava in quel luogo infernale: gli spacciatori. Un potere dato dalla disponibilità della droga, che rende schiavo chiunque piombi nel tunnel della dipendenza. La stessa droga che aveva portato la sedicenne a frequentare quel postaccio. Da circa due settimane, infatti, attirata da quel miele letale, saliva... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI