Giovane morto in casa, giallo all'Infernetto
Dubbi sulla causa del decesso del 19enne
Era una fredda domenica di novembre. L'ultima per la precisione. Quando già cominciano a girare nei negozi e nelle case gli addobbi di Natale. Poco prima dell'ora di pranzo, il corpo di Federico Tedeschi, 19 anni, viene trovato riverso a terra nella sua stanza da letto dalla sorella minorenne. Inutili, e forse dannosi, i soccorsi del 118. Inutili, e forse dannosi, gli interventi degli agenti del Commissariato di Ostia. Perché, dopo 11 mesi, nessuno sa con scientifica, o quantomeno ragionevole, certezza quale sia stata la causa della morte. Anzi al danno la beffa di una richiesta di archiviazione, nonostante diversi elementi portino al fondato, e ragionevole, dubbio che la morte del ragazzo non sia stata affatto «naturale». Un dente spaccato, ecchimosi sul volto e sul collo. E ancora, una sciarpa rinvenuta a terra nonostante il ragazzo non la utilizzasse da tempo. Ma soprattutto la porta di casa trovata completamente aperta mentre quella della sua stanza da letto era chiusa. Un dettaglio più volte sottolineato agli inquirenti e che, ancora oggi, è avvolto dal mistero. Così come quel kit che, uomini in divisa, si sbrigano a utilizzare in caso di furto in casa, pur nella piena consapevolezza della sua inutilità nell'individuare i ladri, avrebbe dovuto dare risposte quanto meno riguardo alla dinamica dei fatti. L'assenza completa di impronte, ad esempio, potrebbe essere uno dei tre famosi indizi che costituiscono una prova. Non è stato forse ritenuto necessario? E perché? Le analisi tossicologiche sul giovane sono risultate... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI