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"Roma è servatica ma merita di più"

Gigi Proietti

"La voglia di sostenere la città c'è ma non si può fare tutto da soli..."

Alessio Buzzelli
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Pochi conoscono Roma meglio di Gigi Proietti e pochi hanno fatto per Roma quello che ha fatto lui in questi anni. Un ragazzo del Tufello divenuto uno degli ambasciatori della Capitale in tutta Italia, che ama in modo incondizionato la sua città, quella Roma un po' «servatica» – come la definisce lui - e anche un po' indolente, capace però di rimboccarsi le maniche e colmare quei vuoti che troppo spesso le istituzioni non riescono a riempire. Partecipazione, comunità, senso civico, cittadinanza attiva, cultura: un'intervista a tutto campo sulla Roma di ieri, di oggi, di domani vista attraverso gli occhi di Gigi Proietti. Lei come considera il rinnovato senso civico che in questi anni sembra essere rinato a Roma? Un segnale positivo o la spia di una grave assenza da parte della politica? «La partecipazione è tutto. Partecipazione intesa non non come retorica della solidarietà, ma come atto concreto. Anche come forma di sacrosanta protesta, quando le cose non vanno. Ma sempre in senso costruttivo. Roma è stata da sempre – anche per ragioni storiche - una città anomala, fatta di sovrapposizioni e stratificata, dove il senso di comunità ha sempre faticato ad emergere. A mio avviso questo rinnovato spirito civico è, pertanto, un'ottima notizia». Non crede che servirebbe qualcuno che accolga e raccolga le tante iniziative spontanee che stanno nascendo a Roma? Che le istituzioni si facciano finalmente vive? «Certo. È arrivato il momento in cui le istituzioni capiscano che serve uno scambio con i cittadini. Purtroppo in Italia le istituzioni spesso vengono scambiate per i partiti, ma non è così. Oggi c'è indubbiamente poco contatto tra i cittadini e le istituzioni: uno scollamento pericoloso, nonostante la voglia di partecipazione che si sta risvegliando tra la gente. Io posso testimoniare l'amore ed il trasporto con i quali le persone vengono al Globe Theatre, persone che sanno che quello spazio appartiene a loro, essendo un teatro comunale recuperato finalmente alla sua funzione sociale e civile. Segno che la volontà di sostenere la propria città non manca. Tra i cittadini c'è tanta voglia di sapere, una voglia matta. Però non si può fare tutto da soli. Insomma, c'è bisogno di fare di più, molto di più». Sì, ma come fare di più? «È necessario... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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