Gli studenti contro il governo bloccano Roma
Più di 70 mila studenti hanno manifestato in 50 città contro le politiche del governo, chiedendo l'aumento dei fondi per il diritto allo studio e l'edilizia scolastica. Da Torino a Roma, da Napoli a Catania i ragazzi sono tornati in piazza e hanno annunciato un "autunno caldo". Nel mirino, la nota di aggiornamento al Def, approvata ieri dalle Camere che "concentra gli investimenti su reddito di cittadinanza e flat tax, dimenticandosi dell'istruzione". Alla manifestazione, organizzata dalla Rete della Conoscenza, di cui fanno parte Uds e Link, la Rete degli studenti medi e l'Unione degli Universitari, ha aderito anche il Fronte della Gioventù Comunista. A Roma, secondo gli organizzatori, hanno partecipato al corteo più di cinquemila studenti. I ragazzi, pariti da Piramide, sono arrivati davanti al ministero dell'Istruzione a mezzogiorno cantando Bella Ciao, cori in memoria di Stefano Cucchi, e contro Salvini. Sul volto le maschere di Salvador Dalì della serie tv La Casa di Carta, "un simbolo di riscatto", spiegano. "Razzismo, zero investimenti, repressione, quale cambiamento?", è la scritta che si legge sullo striscione in testa al corteo. Ci sono i ragazzi del Fronte della Gioventù Comunista, gli studenti dell'Acsr, il coordinamento degli studenti romani, i ragazzi dei licei Virgilio, Mamiani, Morgagni, Aristofane, Augusto. "La scuola sicura è quella che non ti crolla sopra la testa", gridano i liceali contro la misura voluta da Salvini di introdurre le telecamere di sicurezza negli istituti. "Ci sono ragazzi nella mia scuola che non si possono permettere tutti i libri di testo. Abbiamo una biblioteca che non può essere usata per le muffe, abbiamo i cornicioni che cadono. Il governo si dovrebbe occupare di questo", denuncia Lucrezia, 18 anni del Liceo Augusto. Le proteste più accese sono state a Torino. Nel corso del corteo, due manifestanti, davanti alla prefettura, hanno dato fuoco a due manichini con i volti di Salvini e Di Maio. Ai lampioni della piazza sono state appese le foto dei vicepremier imbrattate di vernice rossa. "E poi saremmo io e la Lega a 'seminare odio'. Questi 'democratici' studenti, coccolati dai centri a-sociali e da qualche professore, avrebbero bisogno di molte ore di educazione civica a scuola e magari di più attenzione da parte dei genitori", è stata la risposta immediata di Salvini su Facebook. Gli studenti hanno contestato anche le altre politiche del governo. "La nostra protesta è molto più ampia - spiega Samuele, 18 anni - penso alle dichiarazioni del ministro Fontana, indecenti, che difendono un solo tipo di famiglia, e alle politiche sull'immigrazione di Salvini". Non si è fatta attendere la risposta del vicepremier Di Maio che nel corso di una diretta Facebook si è rivolto ai ragazzi dicendo: "Vediamoci, venite qui, le porte dei miei ministeri sono sempre aperte. Non è vero che tagliamo scuola e università, come gira da qualche giorno sui giornali". Ma i ragazzi non hanno ritenuto soddisfacente l'invito di Di Maio. "Il Ministro dell'Istruzione Bussetti scappa dal confronto con gli studenti, e Di Maio non dà alcuna garanzia sull'aumento dei finanziamenti al diritto allo studio", ha commentato il coordinatore nazionale della Rete della Conoscenza, Giacomo Cossu che ha annunciato: "Lanceremo occupazioni e autogestioni di scuole e università nelle prossime settimane, finché le nostre richieste non verranno accolte".