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La differenziata di Virgy lascia i rifiuti che trova

Cassonetti stracolmi, raccolta a singhiozzo. Così non va. Il piano del sindaco fa acqua: immondizia ovunque

Sigismondo Valente
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L'attività on-line del sindaco di Roma, Virginia Raggi, sul tema dei rifiuti si è concentrata su proclami riguardanti l'estensione della raccolta differenziata nei quartieri più periferici. Sopratutto nell'ultimo anno.  E in questo - se andiamo a stringere - consiste la rivoluzione annunciata in campagna elettorale e sviluppata nel corso di questi due anni e mezzo. Anche ieri sul suo profilo "social" è comparso l'annuncio dell'arrivo dei kit e dei cassonetti intelligenti nell'area di Saponara e Dragoncello. L'obiettivo "stellare" - quante volte Virgy l'avrà ripetuto (Sic!) - è portare la differenziata a quota 70 per cento entro il 2021. Percentuale e scadenza che domani verrà "svelata" anche al ministro dell'Ambiente Sergio Costa, che riceverà il primo cittadino per un confronto dopo il dietrofront del suo stesso ministero "reo" di aver criticato l'Amministrazione (capitolina e metropolitana, ambedue capitanate da Virginia) circa l'inconcludenza dimostrata proprio in tema di rifiuti, e in particolare nel non aver sciolto il nodo della discarica "di servizio", che la Raggi non ha mai voluto, eppur necessaria per aiutare la Capitale a superare l'empasse in cui l'Ama (l'agenzia capitolina per l'Ambiente) si trova oggi ad operare, orfana di un sito di conferimento dell'indifferenziata - pardon, dei residui di lavorazione dell'indifferenziata - che ancora oggi costituisce il "grosso" della monnezza prodotta dai romani. Del resto... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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