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Trapianto di faccia al Sant'Andrea di Roma, rimosso il nuovo volto

Avvisaglie di rigetto. Piano B con i tessuti della paziente. Poi forse un nuovo donatore

G. M. Col.
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Trapianto di faccia al Sant'Andrea di Roma, rimosso il nuovo volto della prima paziente operata in Italia. L'intervento era riuscito, ma l'incognita piu' probabile era il rigetto e alle prime avvisaglie la donna di 49 anni che aveva ricevuto il nuovo volto da una ragazza di 21 anni morta in un incidente stradale nel Frusinate è tornata sotto i ferri. il piano B momentaneo è la sostituzione dei tessuti che non hanno attecchito, e la ricostruzione con gli stessi tessuti della paziente. Poi forse un nuovo intervento con un altro donatore, se ci sarà. A spiegarlo l'azienda ospedaliero-universitaria, che ha annullato la conferenza stampa alla presenza del ministro della Salute, Giulia Grillo, e del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.  «L'intervento chirurgico è tecnicamente riuscito, le condizioni generali della paziente permangono buone e non ci sono preoccupazioni per la sua vita - riferiscono i medici in una nota - ma in considerazione del permanere della sofferenza del microcircolo, a causa di un sospetto rigetto, si è deciso di procedere alla ricostruzione temporanea del volto con tessuti autologhi della paziente, in attesa di una eventuale ulteriore ricostruzione con tessuti facciali da nuovo donatore». L'équipe, coordinata dal chirurgo plastico e ricostruttivo Fabio Santanelli di Pompeo, potrebbe eseguire in seguito un altro tentativo con nuovo donatore. Il primo intervento di trapianto facciale in Italia è stato possibile grazie a una ventunenne vittima di un incidente stradale nel Frusinate, la cui famiglia ha acconsentito all'espianto di tutti gli organi e al prelievo dei lembi del suo viso. L'operazione di sabato, durata 20 ore, è stata realizzata con la collaborazione di una équipe specialistica di Zurigo. Nel mondo sono una cinquantina le operazioni di questo tipo, una decina delle quali eseguite in Europa, di cui la maggior parte in Francia. Erano tre anni che il Sant'Andrea aveva presentato il progetto di trapianto «multitessuto» al ministero della Salute, che lo aveva approvato. Ma fino a sabato non era stato possibile realizzarlo per mancanza di donatori. La complessa operazione migliora la vita ai pazienti quando neoplasie, attacchi di animale, malattie neurodegenerative, ustioni determinano gravi conseguenze.

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