Migranti della Diciotti a Rocca di Papa. Primo pullman arrivato a tarda sera
Tensione tra CasaPound e centri sociali divisi da un cordone di polizia
Arrivo nella notte per quel centinaio di migranti rimasti bloccati per giorni a bordo della nave Diciotti, ormeggiata nel porto di Catania. In attesa del loro arrivo a Rocca di Papa si sono registrati momenti di tensione davanti al centro dove vengono accolti per pochi giorni. A scontrarsi con cori e insulti, due fazioni contrapposte di cittadini pro e contro i migranti. Da un lato un comitato di accoglienza, dall'altro, un gruppo capeggiato da Casapound e Forza Nuova. In mezzo, per tenerli separati, le forze dell'ordine. Arrivo differito per i due pullman nei quali sono distribuiti i profughi, uno è arrivato alle 22.30, l'altro tra la notte e le prime ore della mattina. Per tutta la giornata, la rabbia xenofoba si è espressa sui social, soprattutto sui sito del Comune. Di contro, il sindaco Emanuele Crestini ha dimostrato calma e serenità. «Il Papa ha lanciato un messaggio - ha detto nel pomeriggio - questa è una città dell'accoglienza. Io sono semplicemente un sindaco e cerco di farlo nella maniera più dignitosa». "Mondo Migliore", sulla via dei Laghi, ai Castelli Romani è una grande struttura che arriva ad ospitare più di 600 persone. Si tratta di un centro di accoglienza straordinario per metà gestito dalla prefettura e per metà dai frati oblati di Maria Vergine. Prima del 2016 era uno spazio di pellegrini e turisti con centro congressi e spazio per ritiri spirituali. Rocca di Papa era stata indicata come destinazione dallo stesso Bergoglio, in una conferenza stampa, di ritorno dall'Irlanda. Ai profughi è destinata un'ala separata della struttura. Verrà attivato il classico protocollo: visite sanitarie e presa in carico dal punto di vista socio-psicologico molto importante visto il trauma e lo choc subiti. Subito verranno presi in carico anche dai mediatori culturali che li accompagneranno in questo periodo di poco tempo che resteranno all'interno del Centro: qui avranno lezioni di italiano, basi di educazione civica e tutte le informazioni minime per far loro capire il percorso che dovranno fare. Dopo questa fase, per la quale la Cei si è presa un po' di tempo, si inizierà a pensare per loro a una collocazione nelle varie diocesi sparse in Italia.