IL CASO SAN VITO ROMANO

Pochi iscritti a scuola. L'anno scolastico a rischio

Daniele Di Mario

Pressing per salvare l'anno scolastico di 14 ragazzi di San Vito Romano, Comune della provincia di Roma. Il sindaco Maurizio Pasquali da tempo sta portando avanti una vera e propria battaglia, insieme con i propri cittadini, contro la burocrazia per garantire il diritto allo studio ai ragazzi della sede distaccata dell'Istituto agrario Sereni. A causa del mancato raggiungimento del numero sufficiente di iscritti, la prima classe dell’istituto rischia infatti di non poter prendere parte al prossimo anno scolastico. Cosi, 14 ragazzi (tra questi un giovane disabile) sarebbero costretti a recarsi in altri Comuni per motivi di studio. «Tutto ciò sarebbe paradossale e penalizzerebbe sia i giovani che le loro famiglie. Noi crediamo che la burocrazia debba agevolare la vita dei cittadini, e non renderla più complicata. Anche perché si tratta di una scuola, punto di riferimento per i giovani dell’area compresa tra la Valle dell’Aniene e la Valle del Sacco», dicono i capigruppo di centrodestra della regione Lazio Stefano Parisi (Lazio 2018), Antonello Aurigemma (FI), Angelo Tripodi (Lega), Fabrizio Ghera (FdI), Massimiliano Maselli (Nci). «Ieri - prosegue la nota - abbiamo preso atto dell’impegno della consigliera regionale di maggioranza Mattia, a dimostrazione che gli interessi e le istanze dei nostri territori siano obiettivi da difendere, al di là di ogni colore e schieramento politico. Per questo, continueremo a sostenere l’amministrazione comunale, e soprattutto le famiglie, affinché si possa trovare una soluzione positiva ed equilibrata, dettata dal buonsenso, al fine anche di preservare l’identità e le peculiarità dei piccoli comuni della nostra regione». Al fianco del sindaco di San Vito Romano si schiera anche Andrea Volpi, capogruppo di FdI in Città Metropolitana di Roma. «Sono al fianco dell’Amministrazione comunale di San Vito Romano che si sta battendo insieme all’Uncem Regionale, ai presidenti delle Comunità Montane e a tutti i responsabili delle Istituzioni che stanno dimostrando di avere a cuore una buona causa affinché si formi la prima classe della sede distaccata dell’Istituto Agrario», spiega Volpi. «La scuola - prosegue il capogruppo di FdI a Palazzo Valentini - non può essere solo una questione di numeri e la formazione di una classe non può essere solo frutto della somma dei suoi iscritti, specialmente nei piccoli centri montani, come San Vito Romano. Quattordici ragazzi, di cui un disabile, sono un numero importante per una realtà territoriale montana come quella di San Vito, presidio educativo ed ambientale indispensabile per gli studenti non solo del paese, ma soprattutto dei paesi limitrofi della Valle dell’Aniene, del Sacco e del Giovenzano. È opportuno che la battaglia intrapresa dall’Amministrazione sanvitese sia condivisa e sposata da tutti i partiti e che non sia confinata ad essere richiesta di pochi. Informerò il Sindaco della Città metropolitana Virginia Raggi di quanto sia importante non perdere la sede scolastica e cercherò di impegnare, attraverso un apposito Ordine del Giorno da presentare in Consiglio, tutti i consiglieri metropolitani a sposare questa importante iniziativa». «Anche se i tempi sono molto stretti ho presentato un ordine del giorno al Consiglio regionale del Lazio affinché si trovi una soluzione alla situazione paradossale che sta vivendo, a San Vito Romano, la sezione distaccata dell’istituto Agrario Sereni. Il diritto allo studio, soprattutto per realtà così complesse, va tutelato e difeso al di là di ogni schieramento e il mio auspicio è che si possa condurre una battaglia tutti insieme, al di là degli schieramenti», aveva invece detto ieri la consigliera regionale Pd, Eleonora Mattia, presidente della IX Commissione regionale Lavoro, formazione, diritto allo studio. «San Vito - precisa la Mattia - è un paese di confine tra la Valle del Sacco e la Valle dell’Aniene, si trova quasi a 700 metri di altitudine, ed è un punto di riferimento per tanti piccoli comuni dell’area che hanno disagi nei collegamenti, in un’area soggetto a spopolamento. Il mantenimento di una scuola superiore, un istituto agrario per giunta, è fondamentale: grazie all’impegno di 7 donne, tra i 25 e i 55 anni, che si sono iscritte alla classe I il numero dei ragazzi è passato dai 13 iniziali (con un portatore di handicap grave) a 20, ma ora un eccesso di burocrazia rischia di compromette tutto, negando a queste sette donne il loro diritto allo studio. È per questo che ritengo il Consiglio regionale il luogo deputato ad affrontare la questione, che non è soltanto specifica di San Vito ma riguardo un principio che è universale».