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"Io, cronista aggredito dai rom"

Gli sgomberati del River occupano un hotel. Sgradita la presenza del nostro inviato: per lui mani addosso e minacce di morte

Augusto Parboni
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Chiedere è lecito. Rispondere è cortesia. Aggredire è rom. I nomadi che oramai da tempo vagabondano da una piazza a un'altra, da un albergo chiuso a un ponte della Capitale lo avevano promesso: "Se ci sgomberate dal Camping River non finirà qui, entreremo anche nelle vostre case". Nessuno può "toccare" i rom, nessuno sembra abbia voglia di risolvere con provvedimenti definitivi una situazione che sta esplodendo ora dopo ora. Ma i rom invece sono liberi di minacciare gli italiani e di alzare le mani contro chi cerca di raccontare il disagio che creano a turisti e romani, che ogni giorno devono fare i conti con furti negli appartamenti, incendi dolosi nei campi a ridosso delle loro abitazioni e subire borseggi sui mezzi pubblici o durante le visite turistiche dei monumenti tra i più belli del mondo... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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