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Emergenza al Camping River. La Corte Europea sospende lo sgombero

Provvedimento in vigore fino a venerdì. Nel frattempo il Governo dovrà individuare alloggi alternativi

Carlo Antini
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"La Corte Europea per i Diritti dell'Uomo, attraverso l'adozione di una misura di emergenza, ha ordinato al Governo italiano di non procedere allo sgombero dell'insediamento di Camping River, previsto per la giornata di oggi a Roma, ovvero 48 ore dopo la notifica agli abitanti dell'Ordinanza n.122 del 13 luglio 2018 firmata dalla sindaca Virginia Raggi". Così in una nota l'Associazione 21 luglio. La decisione della Corte è "giunta in seguito al ricorso sollevato da 3 abitanti del “campo", supportati dall'Associazione 21 luglio. La Corte "ha deciso, nell'interesse delle parti e del corretto svolgimento del procedimento dinanzi ad essa, di indicare al Governo italiano, a norma dell'articolo 39, di sospendere lo sgombero previsto fino al venerdì 27 luglio 2018" e, nell'attesa, ha chiesto al Governo italiano di indicare nelle prossime ore le misure alloggiative previste per i richiedenti, la data prevista per lo sgombero esecutivo e qualsiasi sviluppo significativo dello sgombero di Camping River. L'Associazione 21 luglio accoglie "con grande soddisfazione la decisione della Corte Europea e auspica che il Comune di Roma possa coglierne l'importanza per una profonda revisione del “Piano rom” e per avviare una rinnovata e genuina consultazione con le persone dell'insediamento". Secondo Carlo Stasolla, presidente di Associazione 21 luglio, "il fatto che la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo abbia deciso di intervenire in modo così eccezionale dimostra quanto la situazione romana sia assolutamente fuori controllo. Oggi viene certificato come il “Piano rom” della città di Roma calpesta gli impegni assunti dall'Italia a livello europeo a fine di garantire un trattamento egualitario dei rom. Ma tutto ciò non basta! Da una parte è urgente promuovere nuove consultazioni con gli abitanti dell'insediamento, dall'altra è importante conoscere i nomi degli esecutori di un “Piano” irrealistico, scellerato, costoso e lesivo dei diritti umani. Chiediamo alla sindaca di individuare e punire i responsabili delle diverse azioni che negli ultimi mesi si sono succedute a Camping River e che hanno portato ad una violazione sistematica dei diritti fondamentali delle famiglie residenti. Chi ha sbagliato – conclude – è giusto che paghi. Dare la colpa della mancata inclusione ai rom, come fatto anche in questo caso, è un atto scorretto e ingiusto".

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