per la nomina di renato marra
Processo per falso, la sindaca Raggi in aula
Entra nel vivo il processo al sindaco della Capitale. E lei, Virginia Raggi, non si è tirata indietro. Seduta nel banco riservato agli imputati, l’imputata ascolta i testimoni. Con lo sguardo fisso e il braccio costantemente appoggiato al volto segue ogni parola. Sente gli operanti mentre spiegano la genesi e i metodi di indagine che hanno portato il sostituto procuratore Francesco Dall’Olio ad accusarla di falso in relazione alla nomina di Renato Marra, il fratello di Raffaele (l’ex braccio destro della sindaca finito in manette). In particolare la sindaca spiegò all’Anticorruzione che il ruolo di Raffaele Marra nella nomina del fratello fu "di mera pedissequa esecuzione delle determinazioni da me assunte, senza alcuna partecipazione alle fasi istruttorie, di valutazione e decisionali". Una ricostruzione che l’accusa ritiene smentita dal contenuto di alcune chat telefoniche finite negli atti dell'inchiesta. “Abbiamo analizzato chat WhatsApp, Telegram, messaggi vocali, mail e tabulati telefonici”, spiega il testimone riassumendo le fasi dell’indagine. “Non abbiamo la copia forense delle trascrizioni”, insorgono gli avvocati della Raggi avanzando ipotesi di non meglio note ed eventuali possibilità di manomissioni. “Anche in astratto”, spiegano i legali. “Questa è un’eventualità ipotetica. Secondo voi, alla cieca, tutto il materiale non sarebbe utilizzabile”, chiarisce il giudice. “Le cose più rilevanti, contenute nell’informativa, sono state rese fruibili”, compendia il pubblico ministero. “Cosa emerge dai documenti?”, chiede il giudice. E il testimone: “Sono emersi contatti, a margine del tempo limite per le nomine, tra Raffaele Marra e Adriano Meloni. Erano messaggi e Marra aveva urgenza di incontrare Meloni. Dopo si incontreranno ad una riunione. A seguito della riunione - continua l’agente - Meloni aveva chiamato Renato Marra e successivamente aveva inviato una mail, anche alla Raggi, De Santis e Raffaele Marra, in cui riportava le nomine”. Poi un’affermazione importante: ”Al fianco dell’incarico al Turismo era indicato il nome di Renato Marra e, tra parentesi, si leggeva: “vi complimento per avermelo suggerito”. Quindi quella mail è stata acquisita”. La testimonianza è stata poi interrotta. Prossimo appuntamento: 18 luglio.