lo schianto mortale
Chef travolto, caccia ai testimoni
I vigili chiedono aiuto ai romani per l’incidente in cui ha perso la vita lo chef Alessandro Narducci. «Chiunque sia in grado di fornire informazioni utili», scrive la polizia locale del VII gruppo Appio è pregato di contattare gli investigatori. Sì perché sullo schianto avvenuto all’una di notte fra il 21 e il 22 giugno sul lungotevere della Vittoria a Prati, a seguito del quale hanno perso la vita non solo il cuoco stellato del ristorante «Acquolina» ma anche la sua collega 25enne Giulia Puleio, la dinamica è lontana dall’essere chiara. La procura di Roma, per la quale il pm Pietro Pollidori ha aperto un fascicolo per omicidio stradale, vuole vederci chiaro e disporrà domani l’incarico per l’esame autoptico che avverrà sul corpo dei due giovani tragicamente venuti a mancare contro la Mercedes Classe A guidata da Fabio Feola, anch’egli ferito e portato in codice rosso al Policlinico Gemelli. Il 30enne autista, ricoverato in prognosi riservata, è finito nel fascicolo dei pm romani per il reato contestato nella fattispecie del fa- tale scontro. Un atto dovuto quello dell’accusa che però sta vagliando un ventaglio ampio di ipotesi su quanto accaduto. Nelle ultime ore le voci si sono rincorse su cosa sia realmente successo a Prati quella notte. Alcuni testimoni avrebbero riferito di aver visto il conducente dell’auto finita contro lo scooter guidato da Narducci con il cellulare in mano mentre era alla guida. Un’ipotesi, questa, che però non ha avuto alcun riscontro negli uffici di piazzale Clodio. La mancanza di segni di frenata sull’asfalto rende ancor più difficile il lavoro degli inquirenti per via della difficoltà nella rilevazione della velocità al momento dell’impatto. Le misurazioni dovranno quindi, al pari degli esami tossicologici, superare un iter che richiederà sicuramente più tempo per essere il più vicine possibile al la precisione che questa ennesima tragedia della strada impone. Altri testimoni invece avrebbero riferito di una doppia fila di auto nei pressi dello schianto quella sera indicando la presenza in quelle ore di un trans spesso presente su quei cento metri di asfalto che la procura dovrà ora passare al setaccio. Per ora si tratta di una serie affastellata di voci che dovranno però essere ordinate dagli inquirenti che potrebbero quindi decidere di ascoltare i testimoni che hanno sentito o assistito alla scena. La morte del 29enne Narducci ha lasciato un vuoto incolmabile nel mondo dei fornelli. Ma non solo: l’Accademia Nazionale di Belle Arti di Carrara, dove il padre dello chef occupa la carica di direttore amministrativo ha proclamato il lutto per la scomparsa dello pluripremiato chef.