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"L'ho scelto io". Adesso Virginia smentisce Raggi

La sindaca cambia versione. Il legale genovese "in Comune ogni 10-15 giorni"

Augusto Parboni e Andrea Ossino
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«Sono stata io a chiedere a Fraccaro e Bonafede di poter parlare con il consulente del Comune di Livorno». Sono le 15,30 di venerdì scorso quando il sindaco di Roma Virginia Raggi spiega al procuratore capo Giuseppe Pignatone e ai pm titolari dell'inchiesta sul nuovo stadio della Roma come sia arrivata alla «collaborazione» con l'ex presidente di Acea Luca Lanzalone, finito agli arresti domiciliari. Ma il primo cittadino, qualche ora prima, davanti alle telecamere di Porta a Porta, aveva dichiarato: «Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede, che all'epoca facevano parte del gruppo che si occupava di enti locali per il M5S mi presentarono l'avvocato Lanzalone». Lo stesso ministro della Giustizia due giorni fa ha dichiarato che era stato il sindaco a scegliere «MrWolf». Proprio per queste incongruenze, i magistrati hanno deciso di convocare come testimone una seconda volta la Raggi. Nel primo interrogatorio i pm le chiedono «come arriva l'avvocato Lanzalone al Comune di Roma?». E Raggi: «...ritenevo necessario il suo contributo (Lanzalone ndr) per la definizione di alcune questioni giuridiche che riguardavano alcune partecipate del Comune di Roma. Abbiamo avuto alcuni incontri esplorativi per capire se fosse possibile avviare un rapporto di consulenza. Se non ricordo male all'inizio non intendevo investirlo anche della questione stadio, ma poiché non riuscivo ad avere risposte concrete con Berdini – il quale riteneva che la conferenza servizi sarebbe stata chiusa con un parere negativo e così il problema stadio sarebbe stato risolto – ho pensato di avvalermi di Lanzalone anche per avere il suo supporto quale consulente, nell'affrontare questioni giuridiche inerenti il percorso per l'approvazione dello stadio»... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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