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Niente strada per Almirante, stop della Raggi. Ira di Fratelli d'Italia

Silvia Sfregola
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Dopo aver appreso la notizia nel salotto di Bruno Vespa ed aver tentato di gestire l'imbarazzo Virginia Raggi cerca di mettere una pezza in merito all' 'affaire Almirante'. L'approvazione da parte della Giunta capitolina, con appoggio pressoché unanime anche del Movimento 5 Stelle (due astenuti ed un contrario), non è andato giù alla sindaca che è stata bersagliata da feroci critiche. "Nessuna strada a Roma sarà dedicata a Giorgio Almirante. Domani stesso presenterò una mozione a mia prima firma", ha twittato Raggi nella notte fra giovedì e venerdì. Una risposta indiretta alla comunità ebraica che aveva parlato del via libera all'intitolazione di una via all'ex segretario Msi come di una "vergogna per la storia della città". Nella mozione dei Cinque Stelle, secondo quando si apprende, si parla di uno stop all'intitolazione di strade di Roma ad esponenti politici con idee riconducibili al disciolto partito fascista o persone che si sono esposte con idee antisemite e razziali. Il riferimento è all'articolo 12 delle disposizioni finali della Costituzione che vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista e la legge 645/1952 che sanziona chi svolge propaganda razzista o esalta esponenti, principi, fatti e metodi propri del partito fascista, denigrando la democrazia e i valori della Resistenza. Una mossa che manda su tutte le furie Giorgia Meloni. La leader di Fdi parla di una Raggi "ridicola" e si dice pronta a "dare battaglia" su Via Almirante. Imporre una linea diversa rispetto a quella dell'aula "sarebbe semplicemente staliniano", rincara la dose la candidata sindaco alle ultime elezioni comunali. "Sulla decisione di intitolare una via di Roma a Giorgio Almirante scelgo la Raggi spontanea con Vespa piuttosto che la Raggi condizionata e ubbidiente a non so chi. D'altronde lo diceva anche Mike Bongiorno: è la prima risposta quella che vale", le fa eco Ignazio La Russa. In appoggio alla sindaca dal Campidoglio arrivano invece le parole dell'assessore all'urbanistica Luca Montuori. Giorgio Almirante firmò nel 1938 il Manifesto della razza e collaborò alla rivista 'La difesa della razza'. "Nel 1944 Almirante firmava un manifesto in cui si decretava la fucilazione per tutti i partigiani che non avessero deposto le armi e non si fossero prontamente arresi. Per questo, e per molto altro, non posso immaginare di vivere in una città che intitola una strada o una piazza a quest'uomo", scrive su facebook. Il vicesindaco Luca Bergamo, dal canto suo, assicura che "qualora la proposta arrivasse alla Commissione toponomastica", l'organo deputato a pronunciarsi sulla denominazione di vie e piazze, "ne chiederò il respingimento in qualità di presidente della Commissione stessa". Un botta e risposta che ricompatta il centrosinistra con l'area facente riferimento a Leu in una critica feroce. "Questa decisione dimostra che il M5S ha ormai adottato una politica di destra", argomenta Laura Boldrini, parlamentare di Liberi e Uguali. "Giorgio Almirante era un esponente della Repubblica di Salò e il M5S ha votato a favore. Poi la sindaca Raggi ha fatto uno slalom incredibile, prima ha detto che non sapeva nulla, poi che l'aula è sovrana e ora ha detto che non sarà intitolata nessuna strada ad Almirante. Alla base però c'è una matrice di destra che ha preso il sopravvento sul resto". La linea del Pd, infine, è espressa dal senatore Ernesto Magorno, molto vicino a Renzi, che si dice semplicemente "orgoglioso di non essere come il M5S".

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