emergenza in tilt
Fai il 112 e poi muori. Il tragico flop del Numero Unico
«Noi non salviamo più nessuno. La gente muore, intrappolata tra le lamiere di una macchina, avvolta dalle fiamme di un appartamento dove arriviamo troppo tardi. Avvisati da risponditori che non conoscono il mestiere, che smistano chiamate in modo spesso inopportuno. Questo Nue, così com’è strut- turato, è stato fatto con un modello sbagliato: allerta un ente per volta e si interviene in condizioni non sicure». Marco Piergallini, funzionario dei Vigili del Fuoco e segretario aggiunto nazionale Conapo, parla senza mezze misure di un numero unico per le emergenze che non funziona. Imposto dall’Europa e introdotto nella Capitale nel novembre 2015, ha scontentato tutti: operatori delle forze dell’ordine e del primo soccorso e, soprattutto, quanti chiamano, vittime di incidenti, di reati, colti da malore. In un convegno promosso dalla senatrice di Forza Italia Laura Stabile è emerso come il sistema scelto dal Bel Paese e attualmente attivo in Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Sicilia e Lazio (ma solo al prefisso 06) sia di fatto il meno efficiente e il più costoso. Considerato che le chiamate che arrivano al NUE ogni giorno sono in media 8000 in dodici ore solo a Roma (nemmeno in tutto il Lazio), è facile immaginare come il doppio passaggio dal call center laico alle sale operative dell’ente che dovrà intervenire sia deleterio. I tempi, che... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI