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Falsa testimonianza, in 18 verso il processo

I pm chiederanno l'archiviazione per Zingaretti

Augusto Parboni
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Avrebbero negato di aver fatto telefonate, di aver conosciuto politici e di averli incontrati. Ma i magistrati se ne sarebbero accorti, tanto da chiudere le indagini contro 18 persone, coinvolte a vario titolo nell'inchiesta sulle presunte false testimonianze rese nel maxi processo di primo grado al cosiddetto "Mondo di mezzo". L'atto solitamente anticipa la richiesta di rinvio a giudizio. Tra le persone che rischiano di finire a processo l'ex vice ministro agli Interni Filippo Bubbico, l'ex braccio destro di Gianni Alemanno ai tempi in cui era sindaco di Roma, Antonio Lucarelli, e l'esponente del Pd Micaela Campana. La procura chiederà l'archiviazione per il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e il presidente del Consiglio regionale Daniele Leodori. Secondo i pm, Filippo Bubbico, durante l'audizione davanti ai giudici, ha mentito sul fatto «di non aver conosciuto e di non aver incontrato Salvatore Buzzi, escludendo di averlo incontrato l'11 giugno 2014», «di non sapere nulla in ordine alla gara per la gestione del Cara di Castelnuovo di Porto, di non essersi mai interessato alla vicenda relativa all'accoglienza di immigrati in detto Comune e di non aver mai parlato della questione con Micaela Campana» e di «non aver mai conosciuto o sentito telefonicamente Luca Odevaine». Campana rischia il processo per «aver negato reiteratamente numerose circostanze della sua vita politica e personale», fra le quali «la richiesta rivolta a Buzzi di curare il trasloco per il cognato», «le ragioni dell'incontro del 4 aprile 2014 con Buzzi presso la sua abitazione», «i collegamenti diretti di Buzzi con Bubbico e l'interessamento di quest'ultimo alle vicende inerenti alla gara per la gestione del Cara di Castelnuovo di Porto». Lucarelli, invece, «ha affermato, contrariamente al vero, di non conoscere Massimo Carminati - scrivono i pm - di non essere mai stato contattato dallo stesso nel periodo in cui ha svolto le mansioni di capo segreteria di Alemanno, di non aver subito da Carminati alcuna intimidazione e di aver avuto rapporti conflittuali con Buzzi che, poi, ridimensionava nella rilevanza».

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