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Chiusi 36 siti archeologici. Lo spreco di Roma Antica

Niente business e turisti costretti ai soliti tour. Campidoglio e Soprintendenza lasciano i tesori nel degrado

Valentina Conti e Gabriele Simongini
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Per il turismo il 2017 a Roma è stato un anno di crescita, con oltre 14 milioni e mezzo di arrivi, il 3,04% in più rispetto al 2016. E secondo uno studio realizzato da Federculture si ipotizza che su dieci turisti almeno la metà visitino un sito archeologico della capitale mentre altri tre si limitino a passeggiare su via dei Fori Imperiali e aree limitrofe con un contatto solo visivo con i nostri beni archeologici. I dati ufficiali del Ministero per i beni e le attività culturali ci dicono che l'anno scorso ben sette milioni di visitatori si sono concentrati esclusivamente nel circuito Colosseo, Foro Romano e Palatino che, escluso il Pantheon finora non soggetto a bigliettazione, è il complesso monumentale largamente più visitato nel nostro paese, con circa 50 milioni di euro di introiti lordi. Abissalmente staccati, e su questo bisognerebbe lavorare parecchio, sono luoghi pur straordinari come il Parco archeologico dell'Appia Antica con 98.000 visitatori e gli Scavi di Ostia Antica con 310.000 visitatori. In generale i turisti lamentano difficoltà negli spostamenti da un luogo all'altro, soprattutto a paragone delle altre grandi città europee. Il vero problema, nonostante gli annunci affrettati dell'amministrazione grillina, è che il turismo a Roma continua ad essere in gran parte “mordi e fuggi” (con una media di 2,4 giorni per turista), concentrato appunto su poche mete, sempre le stesse, pur generando comunque un giro d'affari pari a circa 10 miliardi di euro... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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