Comiche in Campidoglio
Da "Arfio" al principe sbagliato. Virginia è la regina delle gaffe
Nessuno è perfetto, ironizzava Billy Wilder. Nelle gaffes inciampano tutti. Ma se fra i «tutti» ci sono i sindaci, a qualunque colore essi appartengano, sono guai perché dalla gaffe all’inciampo mediatico e fino alla presa in giro il passo è solo un’oplà. L’ultima figuraccia social, Virginia Raggi, sindaco di Roma fatto di filigrana e cemento (l’equidistanza fra le due componenti non è ancora stata conteggiata), l’aveva rilasciata nel mese di dicembre scorso quando attraverso twitter s’era lasciata andare ad un cinguettìo eloquente sull’opportunità di spostare la salma di Vittorio Emanuele III al Pantheon. In quell’occasione il sindaco aveva detto la sua: «Fortunatamente la monarchia fa parte del passato di questa repubblica», era stato il suo commento. Apriti cielo. La Rete l’aveva derisa. E quando mai la monarchia potrebbe essere elemento costitutivo di una Repubblica? L’errore era stato giustificato col solito refuso. Nel mese di febbraio, poi, l’ha raccontato proprio «Il Tempo», la sindaca è finita nella bufera insieme all'assessore alla Sostenibilità Pinuccia Montanari per una gaffe protocollare. Annunciando il recupero della Villa Pamphilj, ad agosto, il Comune ha raccontato dell'incontro di sindaco e assessore con il principe «Marco Andrea Doria». Pare che l’invitato non venisse da Roma ma da Genova e poco o niente avesse a che fare - a meno di non risalire nell'albero genealogico per quattro secoli - con i Doria Pamphilj eredi di quella donna Orietta che fu ultima proprietaria della villa e che morì ormai 18 anni or sono.