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Roma, detenuto al Santo Spirito tenta di evadere. Feriti tre agenti

ambulanza

Caos e follia in corsia. I poliziotti del Sappe: aveva la forza di un matto

Maria Grazia Coletti
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«Mattinata di follia a Roma dove un detenuto ricoverato all'Ospedale S. Spirito e piantonato dalla Polizia Penitenziaria ha tentato la fuga ed ha poi gravemente ferito tre degli Agenti di scorta». Così in una nota Maurizio Somma, segretario nazionale per il Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. "È successo che questa mattina, verso le 7, mentre gli addetti stavano per fare le pulizie della stanza in Ospedale, il detenuto, che era a letto e sembrava dormisse, si è improvvisamente alzato ed ha tentato di scappare dalla stanza. Il pronto intervento dei poliziotti penitenziari che lo stavano piantonando ha impedito la fuga - aggiunge - Poco dopo, però, l'uomo, un italiano ristretto per omicidio e con problemi psichiatrici, ha dato nuovamente in escandescenza, è stata una situazione davvero allarmante, perché l'uomo si è scagliato con forza sovrumana contro i tre agenti, sempre con l'intento di fuggire, ferendoli gravemente. I poliziotti penitenziari hanno impedito la fuga e contenuto l'uomo, ma sono rimasti seriamente contusi, i più gravi con 30 e 25 giorni di prognosi. La violenza è continua e i poliziotti sono sempre più spesso costretti a soccombere, loro malgrado, rimanendo anche feriti. Cosa si aspetta a fronteggiare tutta questa incontrollata violenza contro i poliziotti penitenziari?". Solidarietà ai poliziotti penitenziari feriti arriva anche da Donato Capece, segretario generale del SAPPE: La situazione delle carceri, ed in quelle romane in particolare, si è notevolmente aggravata, anche per l'assoluta inerzia dell'Amministrazione Penitenziaria rispetto a provvedimenti che garantiscano l'ordine e la sicurezza interna delle carceri. I dati ci confermano che le aggressioni, i ferimenti, le colluttazioni - che spessissimo vedono soccombere anche gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, sempre più contusi e feriti da una parte di popolazione detenuta prepotente e destabilizzante - sono sintomo di una situazione allarmante, per risolvere la quale servono provvedimenti di tutela per gli Agenti e di sicurezza per le strutture carcerarie e certo non leggi che allarghino le maglie della sicurezza penitenziaria. Avere carceri meno affollate e più moderne non vuol certo dire aprire le porte delle celle, come pure prevedeva questa scellerata riforma penitenziaria!".

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