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Vaccini, premio Nobel Montagnier contro l'obbligo: errore medico e politico

Bufera sul convegno dell'Ordine dei biologi a Roma. Insorgono medici di famiglia e Istituto superiore di sanità

Grazia Maria Coletti
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L'obbligo vaccinale è «un errore medico e politico». Bufera sul premio Nobel per la medicina Luc Montagnier che ha parlato a un convegno dell'Ordine dei biologi, organizzato a Roma dal neopresidente Vincenzo D'Anna e già nelle scorse settimane al centro di polemiche per la presenza di alcuni relatori dalle tesi critiche sulle vaccinazioni. «In diversi Paesi, come la Francia, molti vaccini vengono proposti come obbligatori entro i due anni d'età. È un errore medico e politico» ha detto Montagnier ottenendo una standing ovation di due minuti dal pubblico dei biologi presenti. Il premio Nobel, da tempo su posizioni "non allineate" con la comunità scientifica su questi temi, ha premesso di non essere contro le vaccinazioni - «sono a favore, sono buon modo per prevenire le malattie» - ma ha spiegato che oggi i problemi sono diventati più complessi: «Non è più come ai tempi di Pasteur, un agente contro una malattia». Ci sono diverse aggressioni esterne: inquinamento chimico, dell'aria, del cibo, elettromagnetico, ha elencato. E aumenta la frequenza di malattie croniche, neurodegenerative, tumorali. E, secondo Montagnier, è più complessa anche l'interazione dei vaccini con la salute. Il premio Nobel ha ricordato alcuni casi di errori sanitari legati alle vaccinazioni di massa, citando dall'anti-dengue nelle Filippine all'epatite B obbligatoria in Francia. E ha invitato a una maggiore attenzione nel somministrare i vaccini «a fare tutti i controlli del caso prima della vaccinazione» e ad adottare il principio di precauzione quando si parla di salute. «Dobbiamo essere cauti quando proviamo nuovi tipi di vaccini - ha sottolineato - soprattutto quelli obbligatori. La scienza deve saper includere tutti i fatti, negativi e positivi, anche quelli non in linea con le teorie precedenti. Se si parla solo degli aspetti positivi delle vaccinazioni, eludendo il resto, creiamo una pseudo-scienza. Al primo posto deve esserci sempre la salute dei bambini, non l'economia», ha concluso. Dura la reazione di Walter Ricciardi, presidente dell'Istituto superiore di sanità. «Gli scienziati, soprattutto quando hanno vinto un premio Nobel, hanno la grande responsabilità di fare affermazioni suffragate dall'evidenza scientifica - dice Ricciardi -. E l'evidenza scientifica ci dice che le vaccinazioni sono lo strumento più sicuro, più immunogeno, più protettivo. Hanno salvato milioni di vite e ne salveranno ancora milioni. Se noi oggi non garantiamo coperture importanti, alcune malattie ritorneranno come già è successo, facendo morti anche in Italia».  Insorgono i medici di famiglia della Fimmg. «Voglio ironicamente sperare che il senso delle affermazioni di Luc Montagnier, che inevitabilmente prestano il fianco alla propaganda no vax, siano il frutto di una traduzione poco fedele. Proprio lui, che ha vinto un Nobel per la medicina, non dovrebbe continuare a mettersi in ridicolo agli occhi dei colleghi e della comunità scientifica internazionale con dichiarazioni simili, oltretutto parlando di errore medico in un consesso dove si dovrebbe parlare di »errore del biolog" ha detto il segretario nazionale Fimmg e presidente dell'Ordine dei Medici di Napoli, Silvestro Scotti.

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