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Roma, migranti in rivolta per le ricariche telefoniche si barricano nel centro di accoglienza sull'Aurelia

Silvia Sfregola
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Protesta in un centro di accoglienza sull'Aurelia, a Roma, dove circa 200 migranti ospiti nella struttura si sono barricati all'interno. Le forze dell'ordine sono intervenute per riportare l'ordine nel centro di largo Perassi dove gli immigrati avrebbero fatto scattare la protesta per le ricariche telefoniche. La rivolta sarebbe partita per il mancato pagamento del cosiddetto "pocket money", una sorta di diaria per rifugiati e richiedenti asilo che i responsabili della cooperativa del centro distribuiscono. La cooperativa ha avviato subito una trattativa con gli ospiti per riportare tranquillità mentre sul posto è giunta la polizia che ha spiegato che "non ci sono stati episodi di violenza". La vicenda accende la campagna elettorale. La presidente di Fratelli d'Italia e candidato premier, Giorgia Meloni, propone una soluzione esemplare: "I clandestini ospitati nel centro d'accoglienza sull'Aurelia a Roma si barricano per protestare contro il fatto che non gli pagano le ricariche telefoniche. Evidentemente a questi signori non bastano i 37 euro al giorno che l'Italia spende per pagare loro vitto, alloggio, vestiti e cure, togliendo questi soldi ad anziani e disabili. La proposta di Fratelli d'Italiaè: rimpatriamoli in giornata", scrive la Meloni su Facebook. Roma, immigrati che protestano perché vogliono più soldi... Guardate dove stanno, parco a disposizione!#4marzovotoLega > LIVE > https://t.co/rihazhSScQ pic.twitter.com/5TYYbJTj4g— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 22 febbraio 2018 "Vogliono più soldi, invece di ringraziare", dice in un video postato su Facebook Matteo Salvini, che si è recato presso il centro di accoglienza di Largo Perassi, in zona Aurelia, dove gli ospiti si sono barricati all'interno per protestare contro il mancato pagamento del money pocket. "Solita storia, enorme struttura, con parco, a loro totale disposizione da due anni, con la gente che però protesta - aggiunge il leader della Lega - Vogliono i soldi in contanti, però i soldi uno se li guadagna lavorando". "Chi non vota il 4 marzo accetta questa follia", conclude il leader della Lega.

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