Caos sanità nel Lazio
Che caos al Sant’Eugenio. E al Cto risonanza "decotta"
Dica 23. Mentre il numero33, usato per l'auscultazione della zona polmonare, facilita le diagnosi del medico, i 23 anni dell’ormai obsoleta risonanza magnetica del Cto rendono, al contrario, gli accertamenti sempre più difficili. È dal novembre scorso, infatti, che i medici rappresentano "la necessità, con carattere di urgenza, di procedere ad un investimento tecnologico che dovrà prevedere l’installazione di una Risonanza magnetica rispetto all’apparecchiatura attualmente in uso". Perché, certificano i radiologi del Cto, l’attuale "tecnologia è assolutamente obsoleta (è stata installata nel 1995) e non più in grado di garantire gli standard qualitativi ed i protocolli attuali necessari alla effettuazione di indagini di risonanza magnetica di tutti gli organi ed apparati". Una certificazione impietosa, che ha ora obbligato l’Asl Roma 2 a correre ai ripari: l'11 ha deliberato un capitolato speciale di gara per la fornitura della nuova risonanza magnetica. Nel Lazio le strutture private hanno più che doppiato quelle pubbliche per il numero di risonanze magnetiche (128 contro 51: nessuno dei 5 ospedali dell’Asl Roma 5, ad esempio, dispone di una Rmn). Nella Regione solo 66 strutture pubbliche dispongono di almeno un’apparecchiatura sanitaria (in tutto 330), mentre quelle private sono ben 129 (che ne hanno a disposizione complessivamente 399). Il Lazio risulta terzo in Italia, quasi doppiato dalla Lombardia (570) e superato dalla più piccola Emilia Romagna, che dispone di 337 apparecchiature. La nuova Risonanza magnetica però arriverà al Cto solo nei prossimi mesi, peraltro solo grazie al finanziamento (un milione e 340 mila euro) dei "fondi di retrocessione erogati dall’Inail a seguito della realizzazione da parte dell’Asl del Centro Protesi presso il Cto" inaugurata 5 anni fa. "Ma per realizzare il Centro Protesi, il Cto ha però perduto ben 2 piani ed ora i degenti dell’Unità Spinale non dispongono più degli altri reparti per la loro assistenza che prima c’erano ed ora, invece, devono cercare in altri ospedali - ricorda Caterina Desiderio del Tribunale per i diritti del malato - A cominciare dal Sant’Eugenio, che dopo i tagli dei posti letto in tutta Roma, ha il Pronto Soccorso sempre sovraffollato". Un Pronto Soccorso ridotto in barella, costretto a cercare "una fornitura urgentissima" di almeno 10 lettighe prima delle vacanze di Natale. Un’emergenza ("Nessuno ha la pronta consegna"), risolta solo a fine 2017. Ma l’urgenza non finisce mai nonostante il Sant’Eugenio e il Cto abbiano perduto 1703 ricoveri in un solo anno. L’intera Asl Roma 2 ora rischia di perdere anche un centinaio di lavoratori nei vari servizi di supporto amministrativo. "Le ore che i soci impiegati svolgono attualmente in un anno sono circa 510.000, mentre la nuova gara ne ha stimato a base d'asta circa 399.000, quindi decurtandone dall'attuale fabbisogno almeno 111.000 ore, circa il 20%, che - spiega Paolo Dominici, segretario regionale Uil-Fpl - tradotte in unità lavorative si quantifica in un taglio di circa 90-100 lavoratori". *** LA NOTA DELLA DIREZIONE DELL'OSPEDALE SANT'EUGENIO "In corso la ristrutturazione dell'ospedale per offrire all'utenza un'assistenza migliore" LEGGI QUI