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Roma, a 12 anni sputi e bestemmie alle suore

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I ragazzini di Ostia entravano in chiesa uno alla volta, imprecavano e fuggivano. Quando le "sorelle" cercavano di allontanare i minorenni ricevevano insulti

Silvia Mancinelli
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Durante il pomeriggio, liberi dalla scuola e dai compiti, si ritrovavano all'esterno di un noto istituto religioso di Ostia per mettere a segno le loro bravate. In dieci, tutti ragazzini di 12 anni della zona, aspettavano solitamente l'orario in cui si celebrava messa per fare irruzione all'interno. Tra loro anche femminucce in cerca di approvazione e, dai testimoni, descritte anche come più spavalde rispetto ai «colleghi» maschi.  Entravano in azione sempre uno alla volta, varcavano il portone del luogo sacro e, sfruttando l'eco, bestemmiavano, urlando in alcuni casi imprecazioni per poi correr via tra le risate degli amici che aspettavano in strada «l'eroe» di turno. Una sorta di prova di coraggio per i ragazzini tutti romani e di buona famiglia che al pallone in strada o ai video- giochi preferivano provocare fedeli e parroci improvvisando surreali rincorse. Il «gioco» è andato avanti per parecchio tempo, spesso anche con risvolti umilianti per le suore che tentavano di raggiungerli o semplicemente di rimproverarli. Una volta faccia a faccia con i bulletti, convinte di impartire loro una sonora lezione, ricevevano in cambio sputi in faccia. I genitori dei ragazzini, che li sapevano fuori a giocare tra loro, nemmeno immaginavano i figli impegnati nel sequel di «Il piccolo diavolo» e chissà, se non vedendoli tornare in orario per la cena, abbiano ogni tanto giunto le mani raccomandandoli al Signore. A metter fine ai blitz dei bulli sono stati i carabinieri di Ostia che, allertati dalle suore ormai amareggiate per gli insulti e gli sputi incassati, hanno pedinato i ragazzini fino a pizzicarli sul fatto alle cinque passate dell'altro pomeriggio, dopo l'ennesima bestemmia intonata nel pieno di una adorazione. Non potendoli denunciare, vista la tenera età, sono stati protagonisti di una scena organizzata per bene dagli stessi militari per farli spaventare adeguatamente. Trattati come banditi veri, sono stati bloccati dall'autoradio con i lampeggianti accesi. A tutti sono stati chiesti i documenti, e ognuno di loro è stato costretto a rispondere alle domande incalzanti dei militari chiedendo scusa ai presenti. Una lavata di testa che non dimenticheranno, forse. E l'augurio, per il parroco, che in chiesa tornino, se proprio devono, per confessarsi. Magari accompagnati dai genitori. Intanto è stato sospeso, e ha accettato di farsi curare in un luogo di preghiera, il parroco di Dragona che l'altro ieri, durante l'ora di catechismo nella chiesa Santa Maria Regina dei Martiri di via Carlo Casini, ha schiaffeggiato due bambini di 8 e 9 anni e aggredito uno dei catechisti. Facevano troppo rumore, secondo don Angelo, per questo avrebbe perso il controllo. Ora «con profondo rammarico, chiede perdono ai bambini verso i quali ha alzato le mani, sotto l'impulso della rabbia fuori controllo, nonché ai genitori, ai parrocchiani e agli altri sacerdoti, scioccati e stupiti dall'increscioso e grave evento» assicura Don Leonardo Bartolomucci, responsabile della parrocchia. 

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