al collasso
Roma, Grassi da fiore all’occhiello a ospedale d'emergenza
“Il Grassi da ospedale fiore all’occhiello della cittadina di Ostia e di tutti i quadranti limitrofi come Acilia, Dragona, Dragoncello fino ad arrivare a Fiumicino e Casalpalocco, è ormai ridotto ad una struttura prettamente di Pronto Soccorso che smaltisce le richieste dei cittadini inviandoli però in altri ospedali e di fatto intasando il pronto soccorso stesso perché mancano i posti letto", a parlare è il segretario Uil fpl territoriale, dottore Giuseppe Conforzi che da sempre segue le problematiche dell’ospedale Grassi di Ostia. “Questo perché la Regione Lazio ha pensato bene di investire su altri quadranti regionali. Una situazione gravissima vista la popolosità del territorio che vanta quasi 300 mila abitanti. Per non parlare poi quando ci ritroviamo in emergenza estiva con un'affluenza ancora maggiore di persone. Basti pensare che nel programma del quinquennio c’era l’attivazione della H24 in emodinamica che ad oggi non è stata ancora attivata” – prosegue Conforzi - Per non parlare poi dei ripetuti cambi della direzione generale che così facendo non ha potuto portare a compimento nessun tipo di pianificazione e programma delle varie politiche sanitarie. Come Uil fpl ci tengo a dire che i cittadini di Ostia si sarebbero meritati anch’essi un policlinico del litorale, proprio come è avvenuto in altri posti, come ad esempio nella zona dei Castelli Romani e precisamente a Velletri, Frascati, Albano, Marino e Genzano”. “Il paradosso? Lì non c’è nemmeno la stessa densità di popolazione, anzi. Un’altra grave problematica e che è sotto gli occhi è la carenza del personale che si sbloccherà (si spera) nel 2019. In parole povere non si è voluto investire sull’ospedale Grassi. Questo mancato investimento da cosa sarà dovuto? Speriamo che la causa non sia per la perdita di vecchi “feudi politici” conclude. Una situazione quella del Grassi, evidenziata anche da Stefano Barone, segretario provinciale Nursind: “All’interno dell’ospedale Grassi, della Asl Roma3, si ha difficoltà a rispondere a quelle che sono le esigenze di una singola unità operativa per la carenza che ormai colpisce tutti gli altri nosocomi della Capitale. Vengono cambiati i turni da come invece erano precedentemente usciti e concordati, nel mese in corso, violando tutto ciò che è la sicurezza e il rispetto della propria vita privata che di fatto viene cambiata in base alle esigenze del lavoro. C’è personale che non usufruisce delle ferie che ha accumulato anche 40 giorni. La causa? Non c’è personale sostitutivo che non può coprire l’eventuale assenza. La sicurezza del pronto soccorso dettata dalla logistica e dalle lunghe attese che si verificano generano oggi più che mai (come anche in altri ospedali) aggressioni verso il personale infermieristico", conclude il segretario provinciale Nursind.