L’uomo della sanità
D’Amato, processo segreto e poltrone
Sono quasi 4 anni che cer- cano di far dare lo «stop» alla cabina di regia della sanità la- ziale. O, per meglio dire, al re- sponsabile della cabina di re- gia, Alessio D’Amato. Una «so- spensione cautelativa dall’incarico» richiesta sin dal 19 marzo 2014, ma mai arriva- ta, al pari della risposta all’interrogazione urgente pre- sentata dai consiglieri regiona- li del Movimento 5 Stelle, che è tuttora «non presente» negli archivi della Pisana. Per i 4 pen- tastellati la notizia del rinvio a giudizio del coordinatore del- la sanità laziale avrebbe dovu- to, sin d’ora, far concretizzare la «possibilità di sospensione facoltativa del dipendente», al- lora mandato a processo con l’accusa di truffa ai danni della Regione, ricevuta nella sua pre- cedente veste di capogruppo dei Comunisti Italiani (la Pro- cura di Roma avanzò sospetti sull’uso di 270mila euro di con- tributi: percepiti per sostenere l’attività della Fondazione Ita- lia-Amazzonia di cui D’Amato era presidente onorario), se- condo la tesi degli inquirenti avrebbero coperto le spese di una fondazione e del gruppo consiliare dell’allora... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI